Ancilino stamani ha declassato tutti gli altri amministratori del blog a semplici autori. La decisione sembra davvero un fulmine a ciel sereno. I rapporti tra tutti i membri della “Società Onorata di Ancilino” sono stati fino alla notte scorsa di ottimo grado. Non ci si spiega dunque del perché di questa sfuriata , per altro ennesima, di Ancilino. Gli osservatori hanno provato a cercare qualche ragione o a trarne certi significati, intendendo questa manovra come una sorta di mossa politica preannunciatrice di altri e più sconvolgenti capovolgimenti.
Secondo Francesco Ingrao, ricercatore in Storia delle società segrete presso la Normale di Pisa, all’origine di questa decisione c’è un affronto perpetrato nei confronti di Ancilino da parte di Calorio. Alcune testimonianze infatti riportano una pestata di piedi davanti all’unico presente Josa Pepa. Non si capisce chi siano i testimoni. La pestata sembra essere stata del tutto casuale, un incidente; ma Ancilino ha reagito come se si fosse trattato di un gesto premeditato. Non vorremmo crederci, ma sempre le testimonianze riportano che abbia sfilato il “siciliano” e ne abbia fatto sfoggia a pochi pollici dagli occhi, del tutto persi nell’incredulità, di Calorio. Josa Pepa è intervenuto proprio quando all’incredulità è sopraggiunta la nervosa reazione: Calorio sembra cercasse di mettere le mani in tasca per estrarre chissà che cosa. Josa Pepa ha allontanato Calorio ingiuriando Ancilino. I fatti sono avvenuti in via Raffaello, l’arroccata via di Misilmeri, scenario di chissà quante altre scene del genere. Ancilino, cauto, sembra aver imboccato la strada di “rocca rrussa” che proprio con via Raffaello costituisce l’antico assetto viario della MIsilmeri del ‘300. I fatti sono accaduti di notte: alle 2:45.
Un’altra teoria formulata per tentare di spiegare l’atto di esclusione dalle cariche amministrative è quella di Francesco Tubbioso, docente di Storia della criminalità presso L’università di Roma Tor Vergata. Costui sostiene che dopo aver a lungo caldeggiato la candidatura di Ancilino, tutti i membri della società avrebbero poi fatto il “volta spalle” ad Ancilino appoggiando l’altro, ancora incognito, candidato a Sindaco virtuale. Dei fatti avvenuti in via Raffaello Francesco Tubbioso non ne parla. Sostiene però che un evento quasi violento sembra comunque essere accaduto all’interno della “società”. Sue fonti personali, infatti, l’hanno informato di un consulto presso il dottor Giusto Gandini fatto da un altro membro degli Anciliniani, Chimardi, a causa di una ferita ad un fianco mentre cercava di far entrare il motozappa nel lume dello stretto cancello di ingresso delle sue proprietà. Il fatto che Chimardi non venga nominato nella disputa notturna rende questa informazione poco influente o, magari, infittisce l’arcano.
Infatti, secondo nostre fonti, nella notte tra il cinque e il sei maggio, proprio la notte dell’affronto, Ancilino sembra essere stato visto, in compagnia del Chimardi, “rampare” la salita di via Archimede, proprio in prossimità della casa che ha come proprie fondazioni i resti della antica chiesa di Santa Apollonia, quasi all’imbocco di via Raffaello. I due sono stati riconosciuti malgrado i tabarri e gli strani copri-capo che portavano. Ma perché le fonti dell’ Ingrao non parlano del Chimardi? Dov’era? Forse si era già separato da Ancilino laddove vi è l’antica fontanella di ingresso alla via? Le domande sono lecite, perché lecito è il dubbio. Infatti il confinante del Chimardi sostiene che da anni quelle proprietà sono state abbandonate, con sua grande preoccupazione visto che, riportiamo fedelmente, ” i frasche ogni anno pigghianu foco e iu mi vio perso, ogg’è l’anno mi s’abbruciaro tri pere ‘ aliva, e stu curnuto ‘un nni voli sapire nenti, nè di paarimi i danne , nè ri arrusciare”. Come, dunque, il Chimardi si è procurato quella ferita al fianco? Tutto rimane sospeso per il momento.
La storia presenta delle questioni irrisolte. Cosa facessero lì i membri di Ancilino per esempio. Chi è questo medico che ha il nome di Giusto Gandini. Perché Ancilino e il Chimardi portavano i tabarri. Perché vedersi di notte.
picciotte sugnu io, u cucinu nino, io vulissi riri na cosa oramai nta stu paise c’è di scantarisi puru a caminare a notte cu tutti sti società segrete ca regolano i cunta.
vi salutu (staiu ennu a prucissione ra maronna ru misi ri maggio)