“Como arrivamo a casa ni facemu i cunti!!”. La frase potrà suscitare in molti di voi ricordi di terrore, momenti di paura, attimi di panico. Chi di voi non ricorda la propria madre pronunciare tali parole con gli occhi “scricchiati” e mordendosi la mano?? Frase magari accompagnata da altri gesti a dir poco inquietanti….. Il tratto di strada che portava verso casa era vissuto come un incubo. Fra un passo e l’altro si cercava negli occhi della madre un po’ di compassione ma ormai era troppo tardi. La sudorazione aumentava in maniera esponenziale. Che fare? Andare incontro ad una dolorosa ‘nzaccata di lignate oppure scappare? “Il destino farà il suo corso, se devo campare camperò, altrimenti morirò con onore!”. Per fortuna arrivati a casa tutto era già stato dimenticato, la mamma aveva già perdonato, era passato già un po’ di tempo e la rabbia per quella marachella si era affievolita. Per questa volta il destino era stato benevolo ma non sempre era così. Quando la disperazione e il nervosismo del genitore superava certi limiti la punizione era d’obbligo. Lo strumento preferito era il cucchiaio di legno (a cucchiaredda) ma non mancavano di certo le ciabatte che in alcune case viaggiavano per l’aere (per dirla alla Dante) come meteoriti! A distanza di anni mi rendo conto che me le meritavo tutte. Una buona timpulata, non me ne vogliano i pedagogisti, non ha mai fatto male a nessuno!!! Quanno ci voli…ci voli..
Raccontateci le vostre esperienze.
Ricordo che una volta un mio amico fece arrabbiare così tanto suo padre, che questi, mentre stava portando un piatto di pasta al cane, gli spappolò tutti gli spaghetti in testa a suo figlio. Ho riso tutto il giorno.
condivido tutto.eh’ ‘hberooooo!!!!!!
quanno ci voli…..ci voli..
Una volta era più facile sentire le mamme chiamare a squarcia gola i figli che giocavano per strada, soprattutto prima dell’imbrunire; la frase più ricorrente era questa: “Sarbatore, veni ‘ncasa c’arriva to patri, si un ti trova ‘ncasa t’ammazza” o più semplicemente “quannu veni ‘ncasa t’ammazzu”. Mia madre, quando era disperata *ma io non c’entro nulla* diceva “biniritti chiddi ca un annu figghi su cchiu felici” dopo un po diceva “no no un’é veru, mischini chiddi chi un ponnu aviri figghi”
PS: chiedo scusa eventualmente per gli errori.
IO mi riccordo cha all età dei mie 6 anni c era la festa di san giusto quella sera cantava caterina casella io sono scappata da casa per andare a vederla cantare mi sono nascosta sotto il parco me madre e me padre mi cercavano mi ha trovato un vigile che si chiamava messina e cosi mi sono ritrovata in braccio a caterina casella di cui conservo la sua foto in sieme a me dopo il vigile mi ha cosegnato ai mie genitori mi dispiace ma u siciliano ma rinesce meghiu a parlarlo che a sriverlo ciao a muscurdavo ma scippai lignate
spesso mi trovo a confrontarmi per lavoro con alcuni pedagogisti e, credimi, succede che in determinate situazioni ci sentiamo impotenti e allora si che l’unica soluzione che ci appare è quella di due belle timpulate come le chiami tu……….però non lo dire ai miei colleghi AA.SS.!!!!!!!!!!
Io nella mia fanciullezza ne ho presa solo una da mio padre, me la ricordo ancora e ti assicuro che mi ha insegnato tanto!
Cara Prurenzia, anche io ho preso un solo ceffone da mio padre, però non mi ha insegnato nulla, anche perché é passato tanto tempo (intorno ai 45 anni) che non mi ricordo più neanche il motivo per cui me lo abbia dato.
Mi piace il tuo pseudo, mia madre aveva una zia o forse cugina non mi ricordo più, che si chiamava Prurenzia e abitava “a strata ranni” della quale aveva un rispetto immenso, come d’altronde per tutti in generale. Ciao
Ah, i timpulati…
Ah, i corpi ri cucchiara…
Ah… Che bei ricordi!!!
Io ho ricevuto invece diverse metrate ‘nto culu da parte di mio padre che faceva il sarto, ed io che da buon bambino non mi facevo mancare nessuna sacrosanta marachella, puntualmente subivo l’assicutamento di mio padre col metro da sarto per tastare le metrate, che saranno state di plastica, ma vi assicuro lasciavano certe linee rosse… Delle cucchiaiate di legno da parte di mia madre ne sento la mancanza invece…
L’ho persa da bambino a causa di una grave malattia, e penso che forse non ne ho ricevute abbastanza da parte sua…
Oggi, non sono più le timpulate che mancano ai bambini, sono i genitori quelli che non ci sono più…
Ho visto dei bambini amichetti di mio nipote, per non dire mio nipote stesso, rispondere a tono ai loro padri nell’atto di subire una punizione, tipo il classico schiaffetto, e rivolgersi a loro dicendo: Tanto non mi fai niente, non ho paura di te…
E il padre fermarsi intimorito da quella reazione spiazzante del bambino di 5 anni appena…
La società attuale non solo sta tentando di distruggere il modello del genitore, ma sta anche plasmando con mero successo una tipologia di figlio insensibile ed impassibile alle autorità genitoriali, perchè va assumendo sempre più facilmente delle libertà che anzichè guadagnarsele e sapersele gestire, le conquista per un diritto acquisito di cui non si conoscono le motivazioni.
O meglio si, quelle che il genitore definisce “privazioni generazionali”.
Ciò che io padre non ho avuto, mio figlio deve poterselo godere…
Cavoli, più cresco e più mi rendo conto dell’errore nel pronunciare quelle frasi.
E’ proprio la conquista, il sudarsi con fatica,sia studio che lavoro, quel qualcosa che in altro modo non avremmo avuto, che ci faceva apprezzare quel piccolo oggetto che poteva essere un giocattolo o una bici oppure le figurine, qualsiasi cosa che ci facesse brillare gli occhi. Occhi che non riesco a vedere più brillanti nei bambini di oggi.
Straviziati dai genitori, strapieni di giocattoli, strapieni di impegni, palestra, piscina, calcio… strapieni di qualcosa che speso sono costretti a subire dai loro genitori…
E più cose hanno meno felici sono.
Li vedo giocare un giorno con qualcosa ed il giorno dopo reclamarne ancora di nuovi, sempre insoddisfatti e mai contenti del regalo ricevuto. Piangere perchè non contenti, anche se il genitore l’ha appena rimproverato perchè era stato proprio il bambino a volere quel gioco…
E allora al bambino gli basta piangere quei lacrimoni giusti, per far crollare le convinzioni ferree dei genitori…
Appunto perchè sono bambini e non hanno difese, non possono basare i loro capricci su una base di vita fatte di privazioni.
Cosa che invece alcuni dei genitori hanno subito loro in adolescenza.
Ed ecco che scatta il piano antidepressione per il loro figlioletto.
Regalo comprato, pianto finito, pace garantita…
Almeno fino al prossimo giro, ovviamente!!!
Eh… Perchè chi resistrebbe impassibile al pianto del proprio figlio??? 😀
Alberto, hai centumila vuoti raggiuni!!!!Si rici “u pisci fieti ra tiesta”. Sono i genitori che non sanno più fare i genitori. Io sono cresciuta per fortuna in quell’epoca e ora cerco di fare altrettanto con i miei figli, certamente allentando le briglie ogni tanto. Sicuramente le legnate e i no mi sono serviti.
Io ho molti dubbi sulla validità di metodi troppo severi. Tanti anni addietro alle scuole elementari ho visto una scena che ancor oggi mi da i brividi: il maestro .. …. di Misilmeri, ha preso un bambino con una mano per il colletto del grembiule e l’altra il posteriore dei pantaloni ed ha sbattuto la testa del bambino un paio di volte contro la lavagna; voi che ne pensate???
Aggiungo che io stesso ho sofferto della violenza di una maestra di scuola al primo anno di elementari, al punto di avere “orrore” di andare a scuola, subendo pure la violenza dei miei fratelli che a calci nel sedere mi riportavano a scuola, e come si può facilmente intuire perdendo anche l’anno scolastico.
Caro Giannuzzo è’ ovvio che qui nessuno è a favore dei metodi del tuo maestro delle elementari ma forse concordiamo tutti che le sane timpulate di una volta non hanno mai fatto male a nessuno.
La verità forse sta pure nel fatto che i genitori di oggi hanno perso autorevolezza, a me bastava uno sguardo di mio padre per capire quando superando il limite.Sarà che questi genitori vogliono colmare tanti vuoti? In questo sono d’accordo con Alberto, molti bambini di oggi non sanno cosa significa desiderare un gioco, prima che arriva al negozio l’hanno già prenotato.
Per non parlare dei regali che ricevono per la prima comunione……..
Stiamo veramente esagerando!
Posso concordare che due sane timpulate non hanno mai fatto male a nessuno, ma sono anche del parere, per esperienza personale (e lignate nni scippave assai), che le migliori “lezioni” le lasciano le parole che fanno male dentro e che ti fanno crescere!
Caro Calorio, hai perfettamente ragione!
A tal proposito ricordo un detto che ho sentito tantissimo tempo fa: A Lingua u’nnavi ossa ma rumpi l’ossa!
Penso che più chiaro di così non possa essere!
é vero le botte non servono a niente,ma una sberletta o sculacciata,quando ci vuole ci vuole!Mio padre mi ha dato una sola timpulata quando avevo sei anni,mia madre molte di più;Ma tra i due ascoltavo di più mio padre;perchè non è tanto quello che si dice ,ma con che tono lo dici. quindi puoi anche strillare a tuo figlio tutta la tua rabbia ,ma senza il tono giusto non serve a niente. E poi lo sguardo, e ignorarti dopo è fondamentale.IO non sono una madre,ma mi rendo conto che è sempre più difficile essere genitori. Però vorrei consigliare un libro riguardo a questo ( l ho prestato ad un paio di amiche ed hanno ammesso che è servito)ed è SE MI VUOI BENE DIMMI DI NO.
caro Giannuzzo dare uno schiaffo (che può essere anche simbolico) non è violenza. L’importante è far capire la punizione e il gesto. Non penso che nell’articolo venga predicata la violenza ma è giusto dire che quannu ci voli ci voli .
Dicono che i bambini fino ai 2 anni,non riescono a memorizzare ciò che gli si dice;quindi è giusto spiegargli le cose,ma sappiate e senzaltro lo sapete, che dopo 2 minuti hanno già dimenticatoe ricominceranno a fare quello che non dovrebbero fare. Quindi l’ unica sarebbe dargli una bella sculacciata che non fa male fisicamente ma infastidisce moralmente.(questa dicono che la ricordano.) Da i 3 anni in poi le cose cambiano, perchè ricordano e capiscono tutto, e ci mettono alla prova. Sta a noi fargli capire che ci sono dei ruoli nella vita . Il bambino fa il bambino e i genitori fanno i genitori. L’errore più grande che si fa oggi è mettersi alla pari dei nostri figli, la parità dovrà avvenire gradualmente nel tempo e bisogna guadagnarsela. I bambini d’oggi, sono così (non più inteliggenti rispetto a come eravamo noi)avanti e informati rispetto a noi ,che disarmano i genitori. La cosa brutta che riscontro oggi nelle nuove generazioni e che mi fa male è un grandissimo egoismo e razzismo nei confronti degli altri. ovviamente x fortuna non sono tutti così,c’è però una grande maggioranza, almeno qui a Milano ,in altri posti non so.
Scusami Alberto ma la maggior parte delle volte che leggo qualcosa scritto da te,xme diventa inevitabile farti i complimenti. Anche questa volta ho apprezzato ciò che hai scritto.sai sempre usare le parole giuste x esprimere i tuoi concetti, rendi sempre l’idea di ciò che dici,e sono pienamente d’accordo su tutto quello che hai detto. x essere così giovane sembri molto saggio e maturo.Mi dispiace moltissimo per la tua Mamma,ma devo fare i complimenti a tuo padre x quello che sei Tu oggi! Ti chiedo ancora scusa se mi sono permessa di intromettermi nella tua persona! Sarà una questione di pelle(virtuale),ma ti Apprezzo!
Ciao piera, premetto che mi fa strano pensare quante poche cose sò di te,i tuoi ricordi i tuoi gusti e addirittura anche la tua vita ,mi è molto sconosciuta.Chissà come sarebbe stato tra di noi o addirittura la nostra vita se non fossimo mai andate via da misilmeri!Ma questa è la vita!Forse nella vecchiaia avremmo modo di recuperare.Una domanda,ma sei sicura che era Caterina Caselli e non Nada? Bacioni!Parlando D’altro sbaglio o il metodo più frequente di picchiare una volta erano le cinturinate da parte dei padri e i timpulate e pizzicuni da parte delle madri’? E una cosa molto frequente (credo) arrivati all’esasperazione ,le sputazzate?(schifio!)
ciao cuginetta tu infatti sei più piccola di me di 5 anni e no puoi ricordare ,ma era proprio caterina caselli devi sapere che all ora da sola mi sono tagliata i capelli , come lei il famoso caschetto e non ti dico mia madre come era arrabbiata naturalmente me li sono straziati , cara cugina in casa mia andava di moda da tuo zio la cintura perchè a cucchiara di ligno si rompeva subito e comunque i nostri genitori hanno dovuto adottare quello che hanno ricevuto loro per educarci da loro genitori per fortuna che ho avuto una madre che ci ha fatto da scudo a me e miei fratelli bacio.
Ciao Piera,non sono io che ricordo Nada,ma mio padre. E per le legnate io parlavo in generale,non pensavo che tu la più piccola di casa prendessi cinturinate.Comunque hai ragione non possiamo fargliene una colpa parlando del passato,l’importante che queste cose non si sentano più oggi.Io non ho mai provato u cinturino x fortuna,mia sorella maggiore sì purtroppo. Per fortuna con il tempo mio padre (e non troppo)ha capito che non era il metodo giusto,ed è passato al dialogo. E le mamme sono sempre i nostri Angeli Custodi! Quando ci sono di mezzo i figli affrontano chiunque senza esitazioni. baci cugina!
Sinceri saluti da Morges (Suisse) a tutti gli amici, conoscenti e familiari che frequentano questo sito. Gianni
cara cugina ti voglio raccontare una cosa successa intorno ai miei 6 anni visto che tu non sai niente di me , andavo alla fontana nova a comprarmi il gelato da ciccio catania mentre attreversavo la strada una lambretta mi è venuta addosso e cosi ho sbattuto la testa e mi sono risvegliata in ospedale a palermo , dopo l incidente un signore a tutte le feste mi portava regali all eta 10 ho scoperto da i miei genitori che quel signore si chiamava mannoia stefano era quello che mi aveva investito perchè io avevo cancellato dalla mia mente quel giorno visto che avevo battuto la testa . bacio forse i tuoi genitori se lo ricordano
Ciao Piera2, scusa se mi intrometto fra te e tua cugina; volevo chiederti: il Sig. Mannoia vendeva mobili, e bobole di gas fra le altre cose?
No cugina ,non sapevo di questa storia. devo riconoscere che questa persona è stata veramente carina e sensibile . Chissà magari viaggia su questo sito e potrà riconoscersi.
ciao giannuzzo si vendeva mobili stava vicino alla matrice il negozio è rimasto alla figlia gianna persone eccezionale .
Cara Piera 2, ti ho chiesto solo per esserne certo.
Conosco il Sig. Mannoia e sua moglia (donna Nitta) e quasi tutto il resto della famiglia da circa 50 anni.
Allora ne approfitto per mandare un saluto a tutta la famiglia Mannoia, ed in particolare al genero Pippo. Gianni
Una Volta un mio amico si trovava sulla spiaggia di Trabia è ha visto e sopratutto sentito una scena a mio parere molto comica: Una mamma,che ciamava il figlio, all’inizio in italiano (ficarazzuto):Sarvatore ,Sarvatore,Sarvatoruccio nesci dall’acqua .Sarvatoreeee nesci dall’acqua che ti arrappano i porpastrelliiii,e il figlio niente!! Lei I…….a Totòòòòòòòò ti rissi nesciiiii dall’acqua sinnò vegno dà e ti manciu u sciriveddoooo!!!!!! miiii subito nisciu!!!!
Ciao Piera e buongiorno a tutti.
Una sera mi trovavo a casa di amici, ad un certo punto il papà dice alla figlia: Francesca perché non sbarazzi la tavola, non vedi quante tazze lorde ci sono!?
Cugina di ottavo grado o giù di li, spero che oggi sei più allegra e spensierata. Bacio
Ciao Giannuzzo!Sì grazie va meglio,e poi oggi x fortuna non piove!!!! Ciao e baci cugino di ottavo grado o giù di lì!!! Adesso vado a cunzare a tavola, epoi la sbarazzo!