Dopo anni di ricerca e progetti sono riuscito a comprare, impiantare ed avviare un’azienda agricola nel centro Sicilia. Niente di particolare secondo me ma, per la mediocrità che regna nel settore agricolo a colpa delle istituzioni che poco operano perché questo possa essere un settore di reale sviluppo economico per l’intera regione, di certo innovativo. A voi che leggete non dico in cosa consiste questa novità perché so già, lo sento, che siete carichi di pregiudizio nei miei confronti, nei confronti ,ovvero, di un imprenditore. Per altro odio anche io voi, che siete lì a giudicare tutto quello che un imprenditore fa come qualcosa di losco e illegale. Vi odio ,ma no vi voglio male, cosa che invece voi volete a me. Io per conto mio vi auguro ogni bene, ma vi disprezzo, e mi fate anche un po’ schifo.
Dato questo calore vorrei comunque dirvi che io il culo me lo rompo ogni giorno e anche altro mi rompo. Penso continuamente a come mantenere la mia impresa in attivo , penso continuamente a come piazzare i miei prodotti sul mercato, e penso continuamente a chi collaborando con me, è vero, non resta sveglio la notte a pensare a come organizzare la produzione, ma talvolta resta sveglio pensando a come fare se io non riuscissi a organizzare. I miei operai lavorano, non stanno ad aspettare la fine dell’orario lavorativo, essi lavorano. I miei operai hanno dignità di uomini.
E ora vi dico una cosa che vi farà saltare dalla sedia, dalla maligna contentezza, dall’invidia esaudita.
Mi hanno comminato una multa , da costringermi a vendere, macchine e terre e chiudere l’azienda. E’ probabile che mi faccia anche qualche anno di carcere.
Tranquilli signori detrattori, non ho utilizzato un diserbante nocivo alla salute dell’uomo, non ho avvelenato il consumatore; non ho risparmiato sulla sicurezza dei processi produttivi, non ho messo a repentaglio la vita dei miei lavoratori.
Io non ho contribuito a pagare la vostra rendita, la rendita dei privilegiati, delle tre ore effettive di lavoro che a stento in un giorno riuscite ad accumulare, e mai pesanti, mai logoranti, mai faticose; la rendita del vostro far nulla, delle vostre pause caffè, delle vostre pause sigarette, delle vostre pause face book, delle vostre lamentele “non si riesce ad arrivare alla fine del mese”. Vi disprezzo proprio per questo, voi vivete di rendita, e la rendita io non ve la do col culo dei miei operai.
Io ho evaso cari signori detrattori, e qui con significato diverso di poc’anzi.
Io ho evaso le tasse di uno stato che olia una macchina grippata. Lo trovo inutile, irrispettoso, ingiusto e cattivo.
Io ho evaso le tasse di uno stato che no sa tutelare me e i miei operai, me e VOI cari coglioni. Di uno stato che non riesce a tutelarmi da una masnada di delinquenti violenti e armati che giocano al Padrino di Coppola, che giocano al gioco della Mafia e che puntualmente venivano a rompere le palle per regali e contributi ai familiari carcerati.
Ho preferito dare a loro il contributo, non ai violenti, non a quegli stupidi e meschini uomini falliti. Ho dato il contributo ai loro figli, a dei poveretti senza colpa che vivono senza genitori perché in galera o perché ammazzati , tutti comunque vittima di uno stato fatto e concepito male, malissimo. Uno stato senza tensione di uguaglianza, tensione di diritti, tensione di equità ed equilibrio.
Ora io mi farò il carcere, i miei operai saranno abbandonati a loro stessi e vivranno elemosinando comprensione e commiserazione, vivranno di arrangiamenti, vivranno di orgoglio infranto di lavoratori onesti mai scesi a compromessi; voi per parte vostra li disprezzerete, per paradosso, come io disprezzo voi; disprezzerete il loro modo di vestire, di divertirsi, di parlare. E’ la storia del mondo. E’ la storia dei vinti.
Un ex imprenditore. (liberamente tratto ed adattato dalla rivista satirica la lanterna di Diogene a cura di Mario Centini, in Illuminismo, Biblioteca letteratura francese, Torino 1982.)
Caro Ancilino, complimenti per il tuo articolo, purtroppo risponde a verità.
a presto
atta mriaca