Il “Giornale di Sicilia” del 24 settembre 1866 scriveva: “A Misilmeri si commisero atrocità senza esempio e senza riscontro negli annali della più efferata barbaria”. Ma come spesso accadde la vittima principale delle atrocità fu l’Arma dei Carabinieri. Dei 29 militari della caserma di Misilmeri se ne salvarono appena otto. Gli altri furono barbaramente trucidati dal popolo in rivolta. Il 20 settembre, diffusasi la notizia della rivolta a Palermo, i contadini di Misilmeri, guidati dai banditi Domenico Giordano e Giovanbattista Plescia insorsero, assaltando la caserma dei carabinieri. Questi ultimi si rifiutarono di trattare con i ribelli, allora iniziò un combattimento che durò 24 ore. I carabinieri, bloccati da tutte le parte ed avendo consumato le munizioni, issarono – in segno di resa – una bandiera bianca. Ma gli insorti, abbattuto il portone della caserma di via La Masa, cominciarono a sparare uccidendo alcuni carabinieri. Quelli che riuscirono a fuggire furono intercettati e barbaramente massacrati. Gli altri che erano in servizio di pattuglia esterna riuscirono a ripiegare su Palermo. Un carabiniere, intercettato e riconosciuto dalle donne, venne ucciso barbaramente a colpi di pietre ed a morsi, all´interno dei lavatoi pubblici. I corpi di due carabinieri vennero squartati, le membra appesa ai ganci di un macellaio. Le teste di alcune delle vittime vennero fatte rotolare in piazza, altre montate su bastoni, portate in processione per le vie principali di Misilmeri. A questi carabinieri va rivolto un pensiero di ringraziamento per aver immolato la propria vita per la crescita sociale e legale della terra di Sicilia. Il comportamento dei carabinieri durante la “Rivoluzione del sette e mezzo”, in cui 42 militari morirono nell’adempimento del dovere, costituisce una pagina di eroismo dell’Arma, poco nota agli italiani. Ad otto anni di distanza da quel tragico giorno, il sindaco di Misilmeri, Vincenzo Sparti, chiese l’autorizzazione al Prefetto di potere esumare le salme dei caduti per dare loro una degna sepoltura al cimitero. Il 22 dicembre 1874 venne innalzato un cippo in memoria dei caduti nel camposanto di Misilmeri.
Una commemorazione da fratelli di sangue! Il sindaco Vincenzo Sparti ha innalzato il cippo in memoria dei caduti! Ma i caduti innalzeranno cippi ed elogi per la nuova giunta? Saluti Donna Ersilia
ciao donna ersilia, tu sei quella che abitava a strata nchiano, quella famosa donna ersilia?