Un’ idea senz’altro stramba, come strambo d’altronde è Ancilino. Un candidato sindaco virtuale, in concomitanza con le amministrative, forse non s’era mai visto. Ma d’altronde i misilmeresi, malgrado tutto quello che si dice e tutto quello che si vede, sono sempre stati originali. Ancilino è misilmerese. Non dice di esserne orgoglioso perchè non vale a niente dirlo: se anche lo dicesse ai misilmeresi farebbe la figura dello “scimunito” perchè, seppure tutti magari una sola volta si sono vergognati per lo stato del proprio paese, tutti lo sono. L’orgoglio misilmerese non manca, ciò che manca è il coraggio. Il coraggio a partecipare alle vicende del nostro paese, alla sua storia. Il coraggio di rendersi cittadini, di esprimere i propri desideri, i propri sogni. Il coraggio di pretendere di più e i misilmeresi devono pretendere di più.
Ancilino non si presenta come un candidato reale seppur avrebbe voluto. Ancilino è persona virtuale e non può materializzarsi. Ma in Ancilino sono riposti tutti i malumori, le delusioni, le amarezze del misilmerese comune, del misilmerese che si riconosce amico dei politici solo nei periodi di campagna elettorale, durante i quali, senza neanche provare il minimo senso di vergogna, senza nessun pudore, molti scimmiescano e ti vengono ad offrire il famigerato favore o, peggio ancora, il “degenerato” caffè. Ancilino si fa portavoce del malcontento e come persona umana, e non virtuale questa volta, reagisce senza riuscire a trattenere il proprio istinto all’espressione popolare, o se vogliamo volgare. Ancilino ti dice in faccia che non ti promette ‘na minchia e sa di cadere un pò in basso col linguaggio, ma sa pure che è proprio così che deve rispondere a chi commette la “bassezza” di chiedere un favore. Nel chiedere un favore tu calpesti te stesso se ciò che chiedi è tuo diritto, calpesti gli altri se non lo è.
Ancilino non si presenta come candidato rele seppur avrebbe voluto. Ancilino è persona virtale e non può materializzarsi. Ma in Ancilino trovano forma i desideri, i sogni, le aspettative del misilmerese comune, del misilmerese che torna a casa dopo un giorno di scontato lavoro e vuole per se e i propri figli la felicità e la bellezza del vivere in comunità. Del misilmerese che si ritiene ancora fortunato di vivere in un paese che ha ancora una riconoscibilità, un ‘identità che poggia su vere e antiche tradizioni, che vive ancora, nella sua cultura più bella e genuina, di aneddoti e personaggi (e Ancilino ne a qualcosa), che vanta una non “provinciale ” storia per la quale per altro, a causa di chi ha voluto infangarci, urge fare una certa revisione. Ancilino si fa portavoce dello spirito più alto della coscienza misilmerese e sa anche lui sciorinare ricco e fino linguaggio al pari di tanti che denigrano Misilmeri, Ancilino sa dimostrare a costoro che i “coppi i fumo” possono spaccare una turbina a reattore e bloccare il traffico aereo di tutta Europa.
Ancilino chiede il vostro consenso.
Ancilino và a travagghiari!
Ancilino si fa i canne!
Caro ancilino, vorrei indagare più a fondo sulla tua mancata candidatura reale.
Forse ti è mancato l’appoggio da parte di qualcuno?
Forse non c’è stato qualcuno in grado di raccogliere le provocazioni che, più o meno goliardicamente, hai di volta in volta lanciato?
O forse è semplicemente mancato il coraggio di staccarsi dalle solite compagini formate dai”volponi della politica del favore”a cui accennavi nel tuo articolo?
Forse è l’unica nota di vero cambiamento… da oggi non si è persone fisiche ma schede ambulanti…. ogni singolo ragazzo, uomo, vecchio che ha la “capacità d’agire” è una potenziale antenna di approcci più o meno legali che porteranno al “boom” finale del 30 e 31 maggio… Ricordo con particolare affezzione quando ho visto l’ultimo film di Tornatore… Il padre del protagonista sul letto di morte ha solo una parola per tutti: “A politica bella è”!
Bella sarebbe se non ci fosse solo il “do ut des” di questi giorni… bella sarebbe se come la bontà delle proposte d’Ancilino ,mi si lasci passare il termine,”Agricole” arrivassero a chi di dovere o per una volta i provvedimenti facciano davvero bene aquesto Paese… forse dovremmo andare a chiede allo stesso Ancilino di candidarsi non solo virtualmente ma in maniera concreta… Se ne fossimo capaci solo per “amor di Patria” scendere tutti in campo e dire alla gente: “noi non vogliamo niente!!!!
Forse ancora una volta sono le parole di quel nostro caro conterraneo a fare da Padrone: “C’è bisogno che tutto cambi affichè tutto rimanga com’è”
Candidati più o meno annunciati; ritorni di fiamma o “trombati” ad altre elezioni ecco i candidati di Misilmeri… Chiamarli “volponi” è troppo… se mai “i soliti noti”.
Forse ancora, però, è meglio che Ancilino resti un cadidato virtuale cosicchè non possa diventare come tutti coloro che sono stati candidati o eletti… rimanga la libera espressione del popolo come lo era Pasquino nella Roma papale…Ad Majora amici mie…
Questo luogo ( non luogo ) virtuale, diventa ancor di più oggi, massima espressione dell’esercizio democratico musulumisi. Si discute di politica come modus vivendi e non come abile esercizio predatorio, in cui sono molto capaci i rappresentanti del ceto politico, dal comune fin sù agli alti scranni del parlamento Europeo.
Chi come me segue la politica, annusa la puzza sulfurea dei scellerati patti tra quaqquaraqqquà, con cui i dominus del nostro paese, trasformano questa nobile disfida ( i romani li chiamavano candidati perché fuor di metafora dovevano indossare la toga candida ) in un agone da bolgia infernale.
In mezzo stanno i musulumisi, cittadini di una repubblica che con la sua democratica Costituzione promette diritti e magnifiche sorti e progressive. Loro avranno pure il malcontento ma non fanno il passo successivo, non acquisiscono una coscienza che dovrebbe portarli a diventare cittadini maturi di una comunità matura; tale da poter rifutare in nuce il concetto “ ri addumannare u faure “, sia esso la riduzione dell’attesa per la visita in ospedale o il posto di lavoro nel baraccone di turno.
Purtroppo la storia della nostra Terra, quest’isola irredimibile, ci ha detto che Misilmeri può rappresentare, la metafora della Sicilia, una per tutte, quando la Sicilia ribolliva di lotte contadine in cui l’ urtime sfardate, avevano fame di terra e sete di libertà, e gridavano “nè sbirri, né mafiuse “ in faccia ai fucili dei carabinieri e alle mitragliatrici di cosa nostra; il coraggio dei musulumisi si spegheva di fronte a “Mommo Rasso o a Cicciu ri Pisa”. Solo alcuni pochi coraggiosi si alzavano a protestare, ma erano troppo pochi per riuscire a cambiare le cose.
Oggi Ancilino e noi con lui non facciamo neanché questo: la candidatura concreta, il coraggio che manca, scogli che sembrano insormontabili, che supereremo solo quando avremo la capacità di chiedere quello che ci spetta, tutto e subito senza mutriarisilla e senza nuddu ca cumanna e si sente r’avire a minchia chi longa i tutte, comu sunno abituate a fare di quattru sfasciallitte ca si spartinu i voti ri musulumisi.
Si, ma io un ma mutrio, nè mi manca u curaggio. Mancano altre cose caro scuncumiriddatu. Ci vole u putino, ci vole u comitato e soprattutto ci vole u tempo. E io ancora m’à laureare.
Ancilì ma tu n hae ratu poste? No. N’ hae fattu faura? No. E allura chi minchia ti porte? Anche se la mia piccola esperienza politica (candidato alle ultime elezioni comunali), mi ha insegnato che la gente crede a tutto. Na cristiana a 40 anni mi risse ca un mi putia vutare picchì c’aviano prumiso a pinsione r’invalidità, puru ca idda era bona.
Maurì ma pò essere ca dda cristiana ti pigghiava pu u culo?
Pò essire! ma chi mutivo avia? Un fu a prima a dirime ca c’aviano a dare a pinsione!