E’ proprio vero quello che si dice riguardo ai nani: sono forniti della virtù meno apparente, tra tutte le virtù la più indecente. Ma se fosse proprio quell’indecenza a farne poi un gigante? E chi lo sa? Cosa di buono ci sia nelle bassezze, quanta cultura ( o controcultura)?. Il problema sarrebbe poi sapere cos’è cultura. Certo non è merce, ma ce la propinano come merce.
Certo non è folle improvvisazione, ma non è sicuramente arrivismo, carrierismo o, peggio ancora, protagonismo.
Noi trattiamo del materiale che certamente appartiene ai modi di esprimere, ai modi di vivere, di gioire, di soffrire, di una( la nostra tutta) ristretta società: trattiamo di cultura. Certo, solo di un’aspetto di questa cultura: quello più infimo, più squallido, più burlesco, ma certamente il più sorprendente, istintivo, primordiale, il più disinteressato.
Il siciliano formale e cerimonioso da noi abbassa la maschera per mostrarsi in tutta quella che altri definirebbero bruttezza o bassezza. Eppure in questa operazione di svelamento vi è tutta la sincerità di un carattere e fors’anche di una diversa dignità e nobiltà. La nobiltà e la dignità di chi non sa mentire, non riesce ad essere ipocrita, di chi prova disgusto per le “finzioni” , per le parole sterili, per i buoni propositi. E’ la reazione naturale ad un artificio perpetuo che si consuma quotidianamente nelle buone iniziative, nelle campagne pro, nelle campagne contro, nelle manifestazioni premia tutto, nel perbenismo eloquente e nel “facciamo facciamo ca a sti poviri curnute c’abballamu capu i corna”.
La nostra ispirazione è la nausea. E per vomitare bisogna pur abbassarsi.
“nelle manifestazioni premia tutto”..
a chi e a cosa ti riferisci? penso proprio di aver capito. 🙂
L’articolo é molto bello, e per molti versi mi ci rispecchio …….. pi sfurtuna mia e di cu avi a chi fari cu mia.
Visto l’argomento trattato, ne approfitto per sputare in faccia, a chi lo merita, quello che ho nel cuore “detesto i vigliacchi che si nascondono dietro il nickname per insultare, offendere, denigrare o ridicolizzare gli altri, come pure detesto tutti coloro che si gonfiano di cultura come i pavoni e vivono in mezzo all’immondizzia come i porci” Minchia, ora si ca mi sentu megghiu. Da Morges Gianni La Barbera
sta storia deve finire cornutazzo….
parliamoci…parliamoci..
e che ci dobbiamo dire….
sta minchia…!
Ciao picciotto sugnu io, u cucino nino, ma quannu parlate di “burlesco” vi rifiriti a chiddu chi dissi antonella clerici mentre c’era u festivàl ? no picchì na siritina appiru como ospite una miricana ca si spugghiava e dicianu ca era burlesca…no picchi siddu fusse accussì me mugghiere mi ecca u compiuter ra finestra…facitimi sapiri.
ancilò…ave assae cà unni viremo