Dopo questi giorni convulsi passati ad interrogarci su Joos van Wassenhove da noi conosciuto come Giusto di Gand e sul terrificante corredo di seguaci della sua setta, dopo aver parlato di queste losche figure che nottetempo si aggirano per il nostro paese tramando chissà cosa, noi anciliniani torniamo a quello che è il nostro “mestiere”, parlare di tradizioni, cultura popolare e modi di dire.
A tal proposito oggi vorrei parlare del famoso detto “o cu bicchiere” associato solitamente alla locuzione “un sai fare mancu a o cu bicchiere” che sta ad indicare un’incapacità, pressochè totale, del ricevente l’offesa a mettere in atto le più elementari azioni del vivere quotidiano.
Qualcuno si è mai chiesto perchè si dice proprio così? il bicchiere ha effettivamente avuto nella storia il compito di tracciare delle O? e se si, quale funzione può avere avuto?
Naturalmente il nostro impegno per scovare gli adepti di Giusto di Gand continua e saremo sempre pronti a darvi le ultime notizie.
Picchì viene faciel a farla la o con il bicchiere, è già fatta.
Oppure secondo me è perchè la o è simbolo di purtuso e magari al maschile vuole dire tante cose
Pare che nei tempi che furono, quando un’analfabeta si trovasse davanti ad un pubblico ufficiale e ivi dovesse apporre una firma, veniva invitato a mettere una croce (segno della croce) o a tracciare una O col bicchiere, in questo modo il p.u. accertava l’espressione della volontà e certificava che quel “segno” costituiva una firma del soggetto interessato.
grazie per l’informazione
sapete che è una espressione propria del dialetto emiliano……..