“ E se li sentivano rubati loro, invece, i baci; che pagavano il biglietto e che pertanto avevano diritto. E non ce ne fotteva niente se la Chiesa, o forse è meglio dire il parrino, diceva che era peccato taliare quelle cose. Il fatto è che chi ha occhio apprezza e basta. Ma è puro vero cà, santo dio, a tuttu c’è un limite! E sta virgogna, sta Sodoma e Gumorra, primma o roppo ni porta a perdizioni e Dio uni castìa!”
( Minico Pirrota , assiduo frequentatore del Cinematografo del paese di Bizzola Sicula).
Il segno dei tempi che passano e che spesso modifica in peggio le abitudini della società è spesso oggetto di lamentela dei nostalgici e dei neo-nostalgici anciliniani di questo sito. Ascoltando i racconti di persone più grandi, apprendiamo e verifichiamo che la comunicazione sta morendo, il virtuale si impossessa del reale e le relazioni umane si riducono giornalmente. Questa erosione non risparmia neanche i più giovani che oggi cominciano ad abbandonare i luoghi di ritrovo tipici (piazza, corso principale, strade trasformate in campi di gioco) per frequentare i cosidetti social network, non hanno più amici, a volte preferiscono non seguire i genitori per stare attaccati al pc.
I tempi cambiano e cambiano in peggio, direbbe qualcuno, all’approssimarsi della festa del Santo Patrono i giovani e le giovini di un tempo affidavano le speranze di trovare un compagno e si racconta che le processioni, il passeggio e le visite ai parenti erano tutto un gioco di sguardi, sguardi che si incrociavano e si interrogavano, regalando momenti indimenticabili.
Le giovani coppie uscivano con grande rarità e sempre seguite da un familiare (di solito un bambino, simbolo dell’innocenza posta lì a monito dei findazati) e un bacio si “rubava” alla sua attenzione, qualcuno penserà ad una società bigotta, altri ad un tempo in cui c’era rispetto per la persona, per la donna, per il decoro….ognuno trarrà conclusioni diverse.
Oggi il bacio non si ruba più ma si esibisce sfacciatamente per la pubblica via (insieme ad un corredo di effusioni più o meno spinte) tanto a vedere urtata la propria suscettibilità sarà qualcuno di un’epoca che non ha capito che il mondo è dei giovani.
Concordo in pieno su tutta la linea… non è per fare la bigotta ma è vero, i vari social network sparsi per il web hanno spersonalizzato le relazioni, magari ci si conosce di più xkè da dietro una tastiera è più facile aprirsi ma non c’è più quel contatto umano, quel lento scoprirsi, con una conseguente perdita anche del pudore e adesso basta guardarsi un pò in giro per vedere fidanzatini scambiarsi effusioni il più delle volte troppo spinte. Credo tu abbia colto un pensiero che ormai trova concordi quai tutti noi.. naturalmente siete tutti invitati a confutare questo articolo se avete delle idee diverse..
Eh, caro Giuseppe, non è facile guardare la società attuale con gli occhi di chi è cresciuto oppure è stato testimone di un passato che hai descritto in modo esemplare.
Continuo sempre a ripetere che la nostra generazione, quella nata negli anni ’70, e comunque per chi ha 30 anni oggi, è l’ultima vera custode delle vecchie tradizioni, una generazione di transizione, che è riuscita a fondere il vecchio con il nuovo, che può tranquillamente paragonare com’era allora e com’è la vita oggi intorno a se.
I ragazzi di oggi sono figli della società che corre, non hanno tempo per guardarsi intorno, non trovano più chi li giudica. Sono liberi prima ancora di poter sapere cosa faranno da adulti.
Commettono più errori, ma solo perchè adesso hanno più mezzi per farlo.
Io penso che se nella mia adolescenza avessi avuto cellulari, videofonini, computer, internet, probabilmente non sarei e non saremmo stati diversi da loro.
Forse avremmo avuto qualcuno che ci avrebbe controllato maggiormente, magari la nostra madre casalinga, o chissà chi.
Però abbiamo tante variabili che influiscono sulla crescita. Il luogo dove si vive, la città rispetto al paese e viceversa.
I luoghi dove si gioca, la casa piuttosto che la strada o l’oratorio.
Tutte queste cose influiscono sulla nostra vita.
E’ vero che 25 anni fa, si giocava per strada(io vivevo in centro a Palermo e giocavo a calcio tra le macchine)e l’unica preoccupazione era di non fare tardi quando dal balcone la mamma ci urlava di salire che la pasta era pronta. Oggi invece programmiamo la vita dei bambini: mattina scuola, pomeriggio saggio di danza oppure palestra oppure oratorio oppure scuola calcio/Karate/scherma e chi più ne ha più ne metta, e spesso per paura di lasciarli soli oppure di non poterli controllare.
Se chiedi ad un bambino cosa vuole fare da grande, probabilmente ti dirà anche in quale università vorrà andare e che facoltà vorrà frequentare.
E di conseguenza da adolescente lo troverai più sfacciato e sfrontato di quanto non lo fossimo stati noi.
Che poi non eravamo molto diversi, eravamo meno sotto l’occhio di tutti.
Certe cose diventavano leggenda ai nostri tempi.
Oggi invece basta un cellulare per renderlo normalità.
E’ il progresso/regresso.
E’ la scelta dell’uomo, è la nostra scelta, è la scelta della società che cambia.
E credo proprio che non potremo mai opporci, ma solo adeguarci a tutto ciò.
[…] Suli ru Matinu… Dopo un pò di tempo torno a scrivere su Ancilino, ispirato dal post appena sfornato da Giuseppe. Sono quattro righe che parlano di una gioventù che non c’è […]
Questo articolo rispecchia perfettamente i miei pensieri di questi giorni!si certo i tempi sono cambiati…ma possibile che la maggior parte delle volte cambino in peggio?possibile che il progresso ci faccia perdere delle sensazioni meravigliose come gli sguardi..il conoscersi lentamente..Siamo nell’era di facebook,sembra una gara per dimostrare di avere una vita sociale migliore degli altri..ma quanti di quei contatti sono veramente amici?ci si puo’ sentire soli nell’era delle “relazioni digitali”?secondo me lo siamo…un po’ di invidia x chi ha vissuto forse in un mondo un po’ bigotto…ma sicuramente piu’ vero.
Un bacio rubato…
Ecco un ottimo spunto di riflessione per sottolineare come nell’arco di pochi decenni tutto si sia “evoluto” e cambiato in maniera radicale. Penso ai racconti delle mie nonne, che nei momenti di riunione familiare, raccontavano a noi nipoti di tutti quei piccoli gesti che per noi oggi sono normali, ma che per loro ai tempi erano una conquista. Sfiorarsi una mano dopo tante lettere recapitate tramite postini svariati e improbabili, sguardi innocenti lanciati dal balcone, incontri che avvenivano solo sotto la supervisione di qualcuno, tutti gesti carichi di un romanticismo d’altri tempi. E poi penso alla mia generazione, quando da poco più che adolescenti, scambiarsi un bacio voleva dire stare insieme e condividere qualcosa di più di un momento fugace. Oggi è tutto diverso, e la tua descrizione è perfetta per leggere i cambiamenti che la società ha subito…
I vostri spunti mi fanno continuare a riflettere, sono contento che abbiate apprezzato il pezzo.
Ancilino ripropone l’articolo con un’introduzione d’eccezione.
Buona lettura.