Si sono (finalmente) concluse le elezioni europee che come per ogni elezione svolgentesi in Italia appassiona e avvelena gli animi fino allo scontro più aspro.
In questo spazio non voglio fare polemiche politiche né coinvolgere le mie convinzioni personali nell’analisi del voto (fidiamoci di Sartori, Diamanti e, se vogliamo, dei tantissimi politici e politicanti) mi preme fare una serie di considerazioni sulla campagna elettorale, sulla qualità dell’informazione e sull’esercizio della democrazia da parte dei cittadini.
Considerando la campagna elettorale, vissuta nel suo odierno e più attuale mezzo, ossia la televisione, abbiamo assistito ad una sfida senza esclusione di colpi che ha portato i contendenti a dare ancora una volta un pessimo spettacolo: le amicizie personali del Presidente del Consiglio diventano oggetto della prima notizia del Tg1 (e dei maggiori tg italiani, non fa eccezione la carta stampata) scatenando ancora una volta la domanda che difficilmente troverà risposte: la moralità del politico che mi rappresenta può interessarmi o mi devo accontentare del fatto che sia solo un buon amministratore? Difficile rispondere in modo assoluto, soprattutto pensando al precedente del presidente Usa Clinton che rischiò la poltrona per aver mentito su una sua relazione con una stagista.
È quindi questione del tutto personale farsi un opinione sulla questione del “papi Silvio” e giudicarla secondo quello che è il c.d. “foro interno” di ciascuna persona dandosi poi una risposta e decidere se votarlo o meno, invece questo osceno “teatrino” ha fatto la gioia della nostra stampa, ha diviso ancora una volta i moralisti dai “modernisti” in un paese che è sempre diviso tra “velinismo” e tradizione.
Il risultato è un obbrobrio sociale: pochissimi sanno per cosa hanno appena votato, nessuno ha parlato dell’attività dei parlamentari uscenti, pochi hanno fatto chiarezza sul fatto che il candidato che si traccia sulla scheda in molti casi, pur eletto, non approderà mai al Parlamento Europeo perché grazie ad un giochetto si dimetterà e spedirà a Strasburgo (in sessione plenaria, le commissioni si riuniscono a Bruxelles) il primo dei non-eletti che l’elettore non conosce e probabilmente non apprezza. Sarebbe bello pubblicare tra qualche mese i nomi dei reali componenti della delegazione italiana, ci sarebbero delle belle sorprese.
Nessuno ha spiegato la complicata procedura della codecisione con la quale si trova molto spesso ad operare il Parlamento, nessuno ha parlato delle competenze, degli onorari dei parlamentari, del peso del Parlamento all’interno dell’economia delle istituzioni Comunitarie.
Nessuno si chiede come mai sia possibile votare in Argentina e sia impossibile votare fuori dal proprio Comune (così come è successo a me per motivi di studio e a tanti altri per motivi di lavoro), nessuno si chiede come mai possa diventare Presidente della Provincia (di Pesaro-Urbino) un giovane trentaquattrenne in una regione del centro-nord quando invece al sud vige un regime gerontocratico (vedi De Mita ultraottantenne che lascia il partito perché gli preferiscono un candidato più giovane). Questi sono i temi che mi piacerebbe leggere nei quotidiani, questi dovrebbero essere i dibattiti che vorrei sentire in televisione e non i soliti vani soliloqui dei tanti politici che cercano di dare un valore “nazionale” a queste elezioni e perseverano ancora ad attaccarsi su elementi anche personali con la benedizione dei mezzi di comunicazione di massa.
Complimenti a Giuseppe Carbone. Questo è un articolo come i chistiane. E d’altronde solo in blog come questo si possono trovare cose semiserie. Perchè non bisogna mai prendersi sul serio. E tu sei un maestro.
Bravo pippineddo!
Unn’haiu cchiu tempo pi collegarimiiii! Bravo Pippino colpisci sempre nel segno!
Rispondo con un certo ritardo a questa riflessione di Giuseppe – pippino – carbone, dicendo che le vicissitudini pecorecce di “papi silvio”, non sono così di poco conto, anche se hanno poco a che fare con la campagna elettorale per le europee.
Perchè stanno lì a rappresentare uno spaccato della società, che difficilmente mettiamo a fuoco.
D’altronde la storia sarebbe poca cosa senza i racconti fatti da Svetonio sulle vite dei Cesari, o senza i vizi ed i caratteri privati dei vari Napoleone, Mussolini o Re e Regine varie.
Queste vicende aiutano a capire i retroscena ed i movimenti sotterranei delle società nel corso del tempo.
Per citare Veronica Lario il “ciarpame” e le “vergini che si offrono al drago” ci fanno vedere come il potere gestisce, seleziona e corrompe oggi ieri e purtroppo se le cose non cambieranno, lo farà anche domani.
Quando una persona che accentra intorno a sé tutto questo potere, ed erge a modus – operandi questi sistemi di cooptazione circondandosi di yes – man e donnine di facili costumi, per la democrazia non c’è nulla di buono da sperare.
Tutto ciò è prepolitico, una democrazia non dovrebbe permettere che questo avvenga, anzi credo che sia una questione di civiltà e di stato di diritto.
Solo dopo caro “pippineddo cravune” ( come direbbero gli anciliniani ) si potrebbe parlare di campagna elettorale e di questioni che riguardano le istituzioni europee.
Caro scuncumiriddato (il tuo nick mi richiama mareschiane memorie…) concordo con te quando dici che queste vicende pecorecce di “papi Silvio” non sono cose di poco conto e che rappresentano uno spaccato della società italiana, purtroppo è successa la cosa che non doveva succedere: abbiamo al governo un uomo in preda alle passioni che non fa nulla per nasconderle.
Detto questo e, convenendo con te sullo “spaccato della società”, devo dissentire sul fatto che la storia sia “poca cosa” senza i racconti-gossip (ieri come oggi) sulla vita dei grandi protagonisti della stessa, io direi che sono più importanti le cronache del “De Bello Gallico” rispetto alle vite personali dei Cesari (guarda caso in questo momento mi trovo al dipartimento di storia dell’antichità del mio ateneo), inoltre non ritengo che ciò sia “prepolitico” ma alieno alla politica: una democrazia matura non deve permettere che il potere selezioni una serie di cortigiani (siamo d’accordo) ma non deve parimenti permettere che il “ciarpame” e i pruriti personali di una persona ( pur importante che sia) monopolizzino i telegionarli,l’informazione e l’opinione pubblica tramite i mezzi di comunicazione e tra le due esigenze io preferisco che venga tutelata prevalentemente la seconda.
Mi scuso per il ritardo con il quale rispondo.
Cordialità
Caro Giuseppe Carbone, sì mi sono proprio ispirato ai due ineffabili furfanti ra tri mutura, ri palietta, totò, cagliostro, castagna e cumpagnia bedda; seguendo l’esempio dell’ anciliniano doc josapepa, che aveva tratto ispirazione da uno degli encomiabili e mirabolanti interpreti dei capolavori poc’anzì menzionati.
Quando dicevo esagerando, volevo dire che nelle cronache come il “De Bello Gallico”, si apprende la versione del potente di turno, invece nei racconti biografici che citavo si riportano anche le opinioni della gente e le testimonianze varie del periodo; quindi intendevo che per conoscere bene un periodo bisogno confrontare il maggior numero possibile di fonti, comunque non credo che Svetonio facesse gossip.
Con intendo dire che una democrazia anche non matura, non dovrebbe permettere che una persona come Berlusconi diventi un politico e quindi un personaggio pubblico, per via di tutte le storture che ha comportato ciò al nostro stato di diritto, tanto da farci appunto diventare una società pre – politica.
In ogni caso, concordo con te, l’informazione in questo caso come in altri, non ha fatto una buona figura dando tutto questo spazio alla vicenda; ma penso che siano espressione, come noi, della società in cui viviamo che tende a normalizzare ed amalgamare tutto, non a caso chiamano i servizi politici del telegiornale pastone.
Infine complimenti per l’arguzia e la conoscenza dimostrata sia nell’articolo che nella risposta, ti saluto e speriamo di vivere tempi migliori, con politici migliori in futuro.
Caro scuncumiriddato, mi ri-scuso per il nuovo ritardo della mia risposta: se conosci josapepa allora conosci me e io conosco te…confratello ammiratore di Ciprì e Maresco 🙂
Tornando alla questione mi trovo a concordare con te, la democrazia matura non dovrebbe permettere a certi personaggi di avere a che fare con la cosa pubblica, ma nessuno ha mai detto che la democrazia sia il non plus ultra dei sistemi, oggi ci accontentiamo di dire che è il meno peggio, secondo il quale, vince chi ha più voti e non importa come li ha fatti.
Basta dare un occhiata a certi “figuri” nostrani in consiglio comunale per rendersi conto che la democrazia non è proprio infallibile e chi ha i voti vince comunque al di là di reali competenze…