Carissimi amici, dopo una breve pausa ritorno a parlare di cucina su Ancilino.
Da poco ho inaugurato un nuovo blog, che si associa al gruppo creato in precedenza su Facebook e di cui porta lo stesso identico nome: Mangiare, Che Passione!
Su questo nuovo blog, che affianchera’ quello gia’ esistente, riproporro’ le ricette di tutti i piatti presenti nel Gruppo, e tra di esse, ovviamente non mancheranno quelle della nostra amata terra, la Sicilia!
In questo nostro primo appuntamento, vi parlero’ di uno dei piatti classici della cucina contadina palermitana, uno dei miei preferiti, preparato solo con i prodotti che la terra ci mette a disposizione: A’ Frittedda Cavura. Ossia quel piatto a base di Fave, piselli e carciofi tanto buono quanto semplice da preparare e che tutti coloro che posseggono una campagna e coltivano fave la conoscono certamente.
(Per la ricetta completa cliccate sulla foto.)
Io credo che tutte le famiglie palermitane e della provincia, almeno una volta nella loro vita abbiano mangiato questo piatto buonissimo e gustosissimo, preparato con ingredienti semplici e di facile reperibilita’ durante l’arco dell’anno, soprattutto in questo periodo dove iniziano a comparire nei mercati le prime fave fresche. In alternativa, come ho dovuto fare io qui in Lombardia, dove e’ abbastanza difficile trovare un prodotto fresco e di qualita’, questi ingredienti li ho dovuti comprare quasi tutti surgelati, ad esclusione dei carciofi.
I ricordi piu’ belli restano legati sempre alla mia infanzia, durante i periodi delle festivita’ che accompagnavano le scampagnate fuori citta’, dove si andavano a raccogliere sacchi stracolmi di fave, e ricordo anche le ore impiegate a munnarle tutte quante con l’aiuto della mamma, per preparare a’ Frittedda, da mangiare obbligatoriamente la sera, come contorno a una Fedda ri Carni Arrustuta oppure come piatto unico, arricchendo la preparazione gia’ abbondante, con delle belle cipolle bianche, fatte stufare insieme a tutte le verdure, e gustato con tanto buon pane casereccio, “chiddu ca’ muddica ru Mizzagnu” per intenderci!
Ma di questa frittedda ricordo perfettamente la variante “Minestra”, gustata nell’entroterra siculo tanti anni fa in un paese delle Madonie, e preparata secondo la ricetta tradizionale con l’aggiunta di finocchietto selvatico ad aromatizzarla ulteriormente, e servita c’Attuppatieddi (la pasta tipo ditalino rigato n”47). Una vera bonta’, come del resto tutte le ricette della cosiddetta “cucina povera”, che di povero in realta’ non hanno nulla e che anzi, avendo solo ingredienti freschi come base, diventano un vero e proprio “Piatto Ricco” a tutti gli effetti!
E voi amici carissimi, a quale piatto “povero” delle nostre tradizioni legate i vostri ricordi piu’ belli?
[…] 26, 2009 | # | Aggiornamento su Ancilino, pubblicato nella sezione Culinaria un nuovo post: “I piatti poveri della tradizione contadina…” […]
X il momento non mi viene in mente niente. Una cosa è certa x un piatto così, rinuncio alle lasagne ,alla nutella … Quando ci sono di mezzo le fave, delego sempre qualcuno perchè dopo un pò le faccia sparire. Le mangierei fino a scoppiare. Sono una Manciataria di fave.
Mi viene in mente la ricetta più facile e semplice che esista; é legata al ricordo del mio dolcissimo nonno. ricordo che quando tornava dalla campagna se li trovava, portava qualche babbalusce grosso (crastune) e li gettava sulla brace. Avevano un sapore indescrivibile. E a secondo di quanti nipotini eravamo lì, faceva in modo che ognuno di noi ne potesse assaggiare un pezzettino. (lezione di condivisione). Ora come ora mi ni manciassi una trentina.
Ah, i babbaluci!!!
Ricordo che da piccolo andavo in giro per le campagne a raccoglierli insieme ad un mio zio, coi “panara ri vimini”.
Tornati a casa, li metteva nella cesta al fresco, gli buttava una bella manciata di muddica, che dovevano spurgare l’amaro, poi li copriva con una mappina e si aspettava un paio di giorni che avessero spurgato tutto.
I crastuna sono ancora piu’ buoni, soprattutto fatti cu’ sucu.
Che mangiate me ne sono fatto!
Che buone le melanzane alla parmigiana!(sopratutto quelle in versione semplice).Ricordo i primi anni in cui andavamo in vacanza a Misilmeri in macchina(che bello ma che sfacchinata),x mangiare ci fermavamo in un’area di ristoro e mia madre tirava fuori la parmigiana e imbottiva i panini(paninazzi)che mangiata ragazzi,ormai era un rito annuale e mangiandola a casa non rendeva allo stesso modo. ricetta semplice?- melanzane rigorosamente fritte pomodoro fresco e formaggio grattuggiato,e non manchi il basilico.
E la pasta con la cucuzza e i tinnirumi? Buona e in più una toccasana x lo stomaco! Attenzione non tutti la fanno buona,alcuni la fanno del tipo slavata liscia,non so se mi spiego?
RAgazzi sapete cosa mi ha preparato oggi mia madre la pasta con sarde e finocchi in casa dei miei genitori anche se sono 40 anni che abitiamo a firenze ma mia madre cucina sempre pranzi siciliani .