Tra poco più di una settimana festeggeremo il Santo Natale, ma a prescindere dall’evento religioso in sè, per milioni di famiglie italiane sarà il momento di aggregazione tipico delle festività, tutti intorno ad un tavolo a mangiare, anzi a presiedere una maratona culinaria che inizierà la sera della vigilia e che terminerà la sera del 26 dicembre. Se poi mettete che quest’anno il ponte natalizio è stato clemente con noi poveri mortali, ci ritroveremo 4 giorni non stop a mangiare, bere e giocare in compagnia!
Ma voi, carissimi amici del blog di Ancilino, che abitate o che siete originari di Misilmeri, come festeggiate il Natale sotto l’aspetto gastronomico? Avete qualche pietanza tipica che si ripropone in questo periodo? Rispetto alla mia città natale, ossia Palermo, cosa proponete nelle vostre tavole? Ma soprattutto che ricordi avete di questo periodo così speciale?
I miei ricordi più belli passati in famiglia durante il pranzo di Natale mi portano a raccontarvi di teglie interminabili di pasta al forno(Anelletti), teglie di capretto o agnello sempre al forno, quantità industriali di antipasti e dulcis in fundu lei, la regina dei nostri natali palermitani: La Cassata! Un mattone farcito del peso medio di 5 kg, che con una fetta bissavi il pranzo luculliano consumato precedentemente… Che profumi e che ricordi!!! Oppure quelle quarare stracolme di cozze appena aperte, fumanti e “profumanti” di aglio e prezzemolo, quell’odore inconfondibile di pesce arrostito, quei piatti stracolmi di spaghetti con le vongole, il profumo delizioso e delicato dello spada accompagnato ai gamberoni alla griglia, e sempre loro maestosi e interminabili: i vassoi con i pasticcini! A Palermo diverse pasticcerie ti offrivano indescrivibili capolavori, dal cannolo fresco riempito all’istante della pasticceria Scimone, alla cassata siciliana, ai pasticcini di Oscar, ed un tempo anche la gelateria Santoro di piazza Indipendenza, ma solo perchè ci lavorava il papà di un mio amico! 😉
Non esiste il pranzo ideale il giorno di Natale, ma esiste la giornata ideale insieme alla famiglia, per un attimo ci si dimentica di screzi e discussioni, di problemi e di malattie, ci si riunisce e si sta insieme, basta una tombola(35 CANNAUROZZA!!!) o un giro di 7 e mezzo con una bella suppiera di scaccio(i miei preferiti: calia simenza e nuciddi) e si ritorna quelli di un tempo quando si era piccoli e ci si divertiva anche con niente, bastava che ci fosse quell’armonia che oggi spesso non sappiamo più cos’è…
Quest’immagine che ho dato risale ad ormai più di un ventennio fa, sono i ricordi d’infanzia di un’infanzia che per ovvii motivi non esiste più, di famiglie che si sono disfatte, di bambini divenuti adulti, che a loro volta hanno bambini, e di persone che purtroppo non sono più con noi… Questo progresso che doveva migliorare la nostra vita ha trasformato tutti, rendendoli freddi e distaccati… Non generalizzo, sia chiaro, però sfido chiunque a non ricordare come si era semplici e felici 20 anni fa, anche solo con un pollo “quatrato” servito a tavola (chi ricorda la pubblicità del dado? Guarda papà, un pollo!!!) piuttosto che oggi, dove se non ricevi il cellulare “fico” non sei nessuno(ma che c’hai il nokia 3310???Miii che sei tascio!!!), dove la nonna serve solo a spillare quattrini, dove il natale è meta turistica all’estero, dove le famiglie non sono più famiglie, ma semplici persone che siedono ad un tavolo e si osservano, anzi forse neanche quello riescono più a fare talmente sono superbe…
Io ho un ricordo bellissimo di circa 20 anni fa… Mentre giocavamo a carte la sera, ci veniva spesso un languorino… E guardandoci in faccia, tutti d’accordo ci giravamo verso la cucina gridando… Zà Sasà, quaria nà tigghia ri pasta ò furnu ca c’avemu pitittu! Ed io con questo post, oggi vi invito anche se solo virtualmente a servirvi di quel delizioso, inimitabile, ed inconfondibile piatto ri Anilletti a Palermitana o Pasta ò Furnu che sia!
(Cliccando sull’immagine accederete alla ricetta completa che ho realizzato nel mio blog)
Cari amici, con questo racconto amarcord di un Natale che non c’è più vi abbraccio tutti e vi auguro di poter passare un sereno Natale in compagnia delle persone che amate, in pace e in allegria. Io purtroppo per problemi lavorativi me ne dovrò stare qui, in quel di Bergamo a mangiare Pùlent e formagg’… Ma sarò felice lo stesso!!! (E speriamo che la mia donna non legga mai questo post, altrimenti mi spezzerà le gambe! ahahah) 😀
Buone feste a tutti!
Un abbraccio sincero, Alberto.
Ciao Alberto, colgo l’occasione per farti un sincero augurio di buone festività!
I miei amici marchigiani ed emiliani parlano spesso del pranzo natalizio che faranno con i loro cari…tortellini in brodo…:)
Ciao Alberto, complimenti per il post! Mi hai fatto quasi piangere perchè ho pensato, con tanta nostalgia, al passato, al Natale trascorso a casa dai nonni, ogni anno , tutti gli anni fino alla fine degli anni novanta…tutti insieme zii, cugini, nipoti, sempre più di 20 persone a mangiare giocare divertirci!!! Con la morte dei nonni è finito tutto! Ho solo 32 anni ma mi rendo conto che non passerò mai più Feste Natalizie felici come quegli anni!!! Per quanto riguarda il cibo ricordo che per la cena del 24 dicembre e per quella del 31 abbondavano pizza a taglio, sfincione e cardoni “ammuddicati” tutto rigorosamente fatto in casa e poi per i pranzi infiniti antipasti di salumi e formaggi, lasagne , cannelloni, ariste di maiale a forno, brocioloni, spitini insomma di tutto di più per finire con cassate, cannoli, panettoni ripieni, tiramisù e naturalmente il classico “vassoi” di dolcini misti”.
Oggi è tutto diverso, siamo tutti un pò più soli ( e sparpagliati), non si gioca quasi più, si mangia meno, si spende meno (questo Natale più che mai) e poi i sapori non sono più quelli di una volta!
ciao Giuseppe, ricambio con piacere gli auguri! anche i tortelli in brodo meritano parecchio! 😀
Penelope, grazie x aver condiviso i tuoi ricordi! come ho potuto dimenticare prelibatezze come i carduna e i vroccoli a’pastedda, oppure ora che ci penso anche i Buccellati oppure i tigghi ri sfinciuni… ditemi quel che volete ma vivere lontano da casa, anche se ti porti i ricordi con te, te li fa pian piano dimenticare…
….NON DIMENTICARE…..QUESTO MAI ….leggevo da qualche parte che la nostalgia dei tempi che furono aiuta a vivere meglio………..
Cara Penelope, proprio questa notte avevo segnalato sul mio Tumblr l’articolo di Repubblica che riguardava i ricordi e la loro funzione terapeutica. Lo puoi trovare cliccando qui.
Tantissimi saluti, Alberto.
Ben tornato Alberto e auguri anche a te. Appena riscendi fatti sentire che ti porto col mio amico peppe carbone a mangiare ricotta fresca e “sero ri ricotta” no pecuraro che c’è al lago Scanzano!!! Ancora auguri.
Io mi lego un pò alla nostalgia di Penelope poichè c’è qualcosa di simile anche nelle feste trascorse da me…
Tutto iniziava con fretta il pomeriggio del 24 quando mia nonna preparava lo sfincione in tutta la sua prelibatezza nn ricordo quante teglie ma tante perchè si mangiava tanto davvero tanto… alle 20 circa si cominciava ad apparecchiare la tavola ma guai ma si aspettava tutti per mangiare; tutti puntuali alle 21; ma sapete come siamo noi Siciliani golosi allora si andava a spiluccare qualche piccolo tralcio di sfincione e si passava dallo sguardo fulminio della mamma a quello benevolo della nonna che aveva già preventivamente tagliato un trancio per poterlo degustare… si giocava fuori sul davanzale di casa e da lontano si vedeva il nonno che tornava dopo la classica passiata a funtana nova e noinipotini correvamo incontro a questo nonno che con la severità da vecchio contadino ci abbracciava e si saliva a casa urlando e mangiando le caramelle all”anice o alla menta che mio nonno teneva nella giacca…
quando ci si sedeva a tavola, badate bene ognuno al suo posto si mangiava e si chiaccherava fino a che alla fine della cena; prima di darci ai giochi mio nonno faceva segno a mia nonna che prendeva un portsafoglio e lo dava nelle mani di mio nonno; ci chiamava uno alla volta e ci dava il regalo di natale così come poi dopo i nipoti ai figli… e poi il caffè noi piccolini ci facevamo lasciare un pèò di caffè dall’adulto di turno e poi? si giocava tutta la notte; tra un “ssi vinci ni spartemo o si fai tummula mette a mia…” si passavano le feste in compagnia… bastava poco uno spicchio d’arancio perchè si puntava cn la buccia e tanta voglia di divertirsi e stare insieme…
AUGURI E BUON NATALE…
Oh, che bei ricordi Pasquino!
I segnanumeri con le scorzette di arancio o mandarino, oppure a linticchia per giocare a tombola!
E ricorrente anche nel tuo caso u sfinciuni, veramente un piatto natalizio dalle nostre parti!
A parte l’impasto che varia da quartiere a quartiere 😀
ricordo perfettamente come u’cunzava un mio vecchio zio.
Io piccolo seduto al tavolo mentre lo osservavo appoggiato con le braccia incrociate, mentre lui pazientemente azziccava i pezzetti di caciocavallo nell’impasto, mentre appuiava a sardina salata, i cacocciuli, a cipudda ‘nnanciata cu sucu e a muddica, origano, abbondante formaggio grattugiato e per ultimo un’altro pò di muddica atturrata sopra, con colpo di grazia olio d’oliva a sugellare quello che sarebbe diventato “Il Piatto” del natale in famiglia…
Grazie anche a te per questa tua testimonianza!
Caro Alberto, il tuo pezzo é molto ma molto bello, certo vissuto anche da me in seno alla mia famiglia.
C’é un aneddoto bellissimo che voglio raccontare qui, perché completa quello che tu hai descritto in maniera perfetta.
Auguro a te Alberto e a tutti quanti un sereno Natale. Gianni
L’aneddoto é scomparso, ma ve lo riscrivo.
Eravamo tutti a casa dai miei genitori, la casa stracolma, dunque tutti stretti stretti, come sui treni di una volta.
Ad un certo punto il maggiore dei miei fratelli, Angelo, indirizzandosi a mio padre gli dice queste sacrosante parole: U VIRI TU CHI FACISTI CU STA CUSUZZA, mostrandogli l’indice,
U VIRI QUANTU SEMU CCA RINTRA.
Vi lascio immagginare la felicità sul volto di mio padre, e naturalmente anche di mia madre.
Questo é Natale, e sarà cosi nei secoli dei secoli. Ciao Gianni
caro giannuzzo ma tu ti ricordi quannu runni stava tu caminavamu facennu i zoppi? e poi ci penzi quannu pi natali i scorci ri mannirina arrivavanu fino o secunnu pianu ? epoi tutti di picciriddi curcati unu capo allavutru in una casa di ventiquattro metri quadrati? …e quannu tiramu i nummari ra tummula …’nta llariu …., …………..
e potrei continuare all’infinito ma questi ricordi e quelle emozioni rimarranno solo nei cuori e nelle menti di chi quei periodi li ha vissuti AMANDO ed essendo AMATO come oggi pochi sanno fare .
è bello cercare di condividere con gli altri , momenti di gioia e bei ricordi di tempi passati ma credo che non esiste essere umano in grado di ” leggere” e di carpire le nostre emozioni .
Auguro a tutti di vivere il Santo Natale intenso e pieno di emozioni da essere ricordato sempre e per sempre
con la grazia e la pace in tutte famiglie e soprattutto con l’umiltà che ci ha sempre distinto la nostra .Buon Natale.
Francuzzo!!!!