Mi è capitato di leggere qualche giorno fa sul Corriere della Sera, di come stia perdendo ascolti la serie “Agrodolce” tanto pubblicizzata e osannata anche in terra nostra per via della sicilianità della sua realizzazione, infatti le riprese sono interamente fatte in Sicilia (es. Porticello) e gli attori sono in massima parte siciliani. Confesso di aver visto una sola puntata ma mi fido dell’intuito del buon Maresco (quello di Ciprì e Maresco per intenderci, il genio) che ha sottolineato il carattere anonimo della soap che cercando di travalicare gli stereotipi tipici ci cade in pieno. Stessa cosa può dirsi di una produzione nostrana come il “Commissario Montalbano” che mentre festeggia circa 10 milioni di spettatori (un ottimo ascolto) da l’immagine di una Sicilia tipica della visione stereotipata collettiva: non serve non parlare di mafia per cadere sul banale, infatti se ci si fa caso, si dipinge un quadro di gente atta a comportamenti volgari e di malcostume che sarebbero una regola per noi siciliani (questo è il messaggio che passa) e gli esempi non mancano, tra i tanti cito quello in cui in una puntata il commissario Montalbano si meraviglia di una costruzione edificata abusivamente in attesa di condono, alla contestazione di Montalbano il reo risponde che in Sicilia è una prassi e si va spesso, anzi sempre, impuniti.
E’ davvero questa l’immagine che si vuole trasmettere? O meglio siamo davvero così?
Fortunatamente ci rendiamo conto noi stessi di quanto non corrisponda alla realtà; già nei dialoghi dei personaggi si avverte una lontananza abbastanza forte dall’odierno, eravamo così forse in passato, forse puntavamo i fucili per difendere la nostra tranquillità da chi veniva a farci domande difficili ed entrava nella nostra proprietà (come ha fatto un vecchio contro il povero Montalbano).
Attingere dalla letteratura per capire un popolo può essere una buona idea, ma osservare la realtà forse lo è ancora di più.
Ci scasse la minchia! Ti risse ca l’articule l’are giustificare e l’ari scrivere chi carattere giuste.
E secunna cosa a cù trase ‘na me proprietà iu ci puntu veru a scupetta!
questi compiti tecnici li lascio ai tecnici, pappaaddo!
e secunna cosa: parra pulito! ca a gente si schifia!
Che scenetta comica!
Non so perchè ma mi ricordate due persone! 😀
Ehehe!
Buona settimana amici lontani!
Eh si tra di noi ci curnutiamo sempre 🙂
ma alla fine ci vogliamo bene…evvero ancilè?
U sai ca a mia mi piace a stare cu tia! 🙂
……………………………..Ci scasse la minchia! Ti risse ca l’articule l’are giustificare e l’ari scrivere chi carattere giuste……………………………………………………………….
Avevo accolto con piacere l’invito di un amico a commentare qualche articolo su ancilino , riconoscendo oggi un immeritato valore ideologico sociale ed apolitico al vostro sito ,
sito per altro seguito e visitato da persone culturalmente preparati che non disdegnano ne il nostro dialetto ne il modo in cui si affrontano ,anche in maniera scherzosa ,le problematiche misilmeresi.
con molto dispiacere ed a causa di un linguaggio poco consono utilizzato da chi invece dovrebbe vigilare sul sito ,ritengo che non sia piu il caso ne di intrattenermi e ne di commentare sul vostro sito .
A lancedda va allacqua fino a quannu n’un si sfunna.
ps. nn sarebbe male se chi usa certi linguaggi si scusasse con i lettori.
Caro francuzzo ti ho invitato io a scrivere su questo blog. Mi fa molto piacere quando commenti gli articoli. Non giustifico ancilino per quello che ha detto ma devo spezzare una lancia nei suoi confronti. Lo conosco bene, non è una persona volgare e secondo me non aveva l’intenzione di esserlo. Como u vio ci tiro l’aricchie! Il nostro non è mai stato un blog volgare e se qualche volta capita che si scrive qualcosa un pochettino più pesante si deve interpretare come un modo un pò più colorito (tipico di noi siciliani) di dire certe cose.
Spero che continuerai ad essere dei nostri.
Sottoscrivo quanto detto da Josapepa, il blog è specchio della nostra “sicilianità” e in questa rientra anche il nostro modo colorito di discutere e interloquire.
Non occorre scandalizzarsi se si mette per iscritto un vocabolo che credo tutti usiamo almeno un centinaio di volte al giorno, ora come esclamazione, ora come sorpresa, e difficilmente nel suo senso originario…
La grandezza di un blog libero, culturalmente ampio e sociale (ma per carità…non ideologico) sta forse nel non nascondersi dietro l’estremo politicamente corretto ad ogni costo, non si può tacere la cultura anche quando questa “cultura” (in senso ampio) racchiude in sè espressioni, modi di fare, tipicità legate intrinsecamente.
Capisco che certe parole o espressioni possano turbare la sensibilità del lettore ed è certo che alcuni limiti debbano implicitamente porsi in animo allo scrivente di turno, ma penso che da qui possa nascere un motivo di discussione nuovo, del resto il nostro lavoro è quello di confrontarci, oggi per esempio potremmo interrogarci su un nuovo quesito: perchè una parolaccia scritta da maggior fastidio di una parolaccia sentita dire?
Simili interrogativi possono aprire interessanti spunti di discussione e di CRESCITA, all’opposto l’astenersi da intervenire sul blog, soprattutto in forza di un contributo ormai importante e quotidiano come quello di francuzzo mi pare un indebolimento del blog e una situazione dove tutti abbiamo da perdere.
Per questi motivi ritengo caro francuzzo di discuterne anzichè “tirare i remi in barca” per una posizione (questa si) ideologica. Del resto il blog vive dei contributi di tutte le persone, in specie di quelle che hanno dimostrato indubbi spunti di riflessione di carattere culturalmente elevato (come nel caso di francuzzo).
Giuseppe
Evidentemente ho letto troppi romanzi di Camilleri o ho guardato troppe puntate del commissaro Montalbano. Certo che una puntata come quella della “Luna di carta” non poteva essere mandata in onda: troppi minchie!
Francuzzo il blog non ha mai avuto la pretesa di avere valore ideologico, tanto meno sociale. Non so come potrebbe averlo d’altronde: non siamo (almeno io non mi sento tale) intellettuali impegnati, ma soprattutto non siamo intellettuali.
E’ un vero imbarazzo per me aver avuto un ospite che non conosceva le “cattive maniere ” di un blog così volgare, ma d’altronde non ho nessuna colpa: se vai nella sezione poeta ‘nta minchia o in testa ca ‘un parra, puoi renderti conto che non c’è nessun inganno e che già dalle prime battute di presentazione potevi renderti conto della villania di questo spazio.
Io naturalmente non so chi sei e il mio tono, alquanto ironico, è dettato da un esigenza, per lo più, goliardica: mi scuso solo per questo.
Sarei comunque felice di conoscerla. Certo quando ho tempo! Arrivederci!
La forma è molto importante perchè si capisce da questa che tipo di persona si ha davanti. Certo ancilino io lo conosco e non mi pare volgare, forse scherzava. Con lui abbiamo parlato di tante cose e questa volgarità non l’ho vista. Quando scrive qua magari però cura i contenuti. Sono carini.
ma francuzzo sa chi è Ancilino?
Mi viene da ridere. Conosco sia Francuzzo che Ancilino.
So che tutti e due si conoscono abbastanza ma soprattutto si sono rispettati sempre!
Scusate cari amici credo di aver preso troppo sul serio il commentare i vostri articoli ed i commenti dei vari interlocutori.
probabilmente è una questione di età ,secondo me piu si va avanti con l’eta piu si tende a prendere le cose troppo seriamente ( almeno per me) .Caro ancilino non volevo creare alcun imbarazzo e tanto meno fare troppo “rumore” e poi non voglio in nessun modo passare per ideologista intelletuale , ( ho fatto le medie serali ed ero mediocre in tutte le materie )
ho notato che tra gli argomenti meno “seri” ed le parolacce non si trovano molti commenti a dimostrazione del fatto che non sono molto graditi da chi visita il sito e poi francamente credo che è meglio utilizzarre il tempo e le risorse informatiche per migliorarci e progredire in oltre credo che si possa fare tanta ironia con un giusto lessico .Complimenti ragazzi i veri intellettuali siete voi che avete messo su questo “casino ”
PS W la libertà penso che continuerò a ………………!
Ecco appunto, un successe nente, pigghiamunne u cafè!
Ancilino e francuzzu s’arrispettano e quannu si virino capace ca si vasanu 🙂
……..il fatto è che io non so chi è ancilino ……e poco importa perche rende il tutto più affascinante e misterioso .
Con molta probabilità è qualcuno che frequenta la parrocchia di s.gaetano o gioca con me a calcetto .e ti assicuro caro giuseppe che sono in tanti e di tutti ho grande rispetto ,te compreso pur non conoscendoti .
…unnessere malu pinzanti …..
ti ritengo ua persona valida spesso concordo con alcuni dei tuoi interventi anche su altri siti ….ma a parulazza è sempre una parulazza ………..e poi quannu o latu hai picciriddi …….?
…a dopo .
……..il fatto è che io non so chi è ancilino ……e poco importa perche rende il tutto più affascinante e misterioso .
Con molta probabilità è qualcuno che frequenta la parrocchia di s.gaetano o gioca con me a calcetto .e ti assicuro caro giuseppe che sono in tanti e di tutti ho grande rispetto ,te compreso pur non conoscendoti .
…unnessere malu pinzanti …..
ti ritengo ua persona valida spesso concordo con alcuni dei tuoi interventi anche su altri siti ….ma a parulazza è sempre una parulazza ………..e poi quannu o latu hai picciriddi …….?
…a dopo .
Su questo caro fancuzzo hai pienamente ragione. Il tuo intervento è pienamete giustificato. Un padre sicuramente deve prendersi cura dell’educazione dei propri figli. Tu ricce ca ‘un pigghia esempio ri stu ancilino! Ca chisddu è vastasu! Ciao francu’ 🙂
pi carità…quali malu pinzante…!!!!
[…] (di Giuseppe Carbone, tratto da Ancilino) […]
Pubblicato questo post sull’Urban di Misilmeri ed anche su quello di Plaermo.
B.V.
Ecco qui realizzata la tipica farsa Sicula; involontaria, semplice, ma soprattutto piena di malintesi… Questo è un pò nell’essenza di noi siciliani tirare “u balatune” e poi renderci conto ke bastava solo una piccola pietra… e così va avanti da secoli anzi che dico da millenni… Ecco l’essenza della Sicilia Dolce e aspra ne contempo, bella e capricciosa come le più belle donne…
Tutto questo ci rende unici; siamo i migliori dal nulla creiamo tutto e quel tutto sappiamo smontarlo in pochissimo… Ancilino, Francuzzo etc… L’alito di mistero nel non sapere chi si cela dietro questi pseudonimi è bello, affascinante, misterioso… Ma ricordo ciò che lesse leggendo il “gattopardo” Don Fabrizio si chiedeva: “in quest’isola segreta, dove le case sono sbarrate e i contadini dicono di ignorare la via per andare nel paese in cui vivono e che si vede li sul colle a cinque minuti di strada, in quell’isola malgrado il suo ostentato lusso di mistero, la riservatezzaq èp solo un mito…”
Quindi state accura, perchè si sape ca viscuvame a tutti quanto site…
………………………Quindi state accura, perchè si sape ca viscuvame a tutti quanto site…
caro amico pasquino credo di non aver capito bene a qual fine porta il tuo commento ,quale macchiavellico pensiero esce dalla tua mente , vedi caro amico io non sono colto come te e non mi intendo molto di animali ( il gattopardo ) ne tanto meno di ” balatuna e petre ” sarà per deformazione professionale ,sarà perchè non sono mai stato granche a scuola ma questa tua ultima affermazione mi lascia molto perplesso .
a dopo…
Il caso mi porta a visitare questo blog. Mi sarebbe piaciuto capire quali discorsi si fanno nell’interland palermitano. In vece mi imbatto su di un articolo che prende spunto da un altro articolo scritto da un filmaker palermitano che, critica due ficstion televisive, Montalbano e agrodolce dichiarando di quest’ultima di averne visto solo una puntata. (ma di che parla il Prof. Carbone? Di aria fritta? ) Sarebbe stata più interessante, per me, verificare con una seria riflessione sul fenomeno della nuova filmografia in Sicilia. Per quanto riguarda Montalbano ritengo che c’è meno scandalo nella sequela di parolacce ascoltate in alcune puntate che quello che tutti i giorni assistiamo anche in fasce non protette pomeridiane, su quello che avviene sulle varie isole, talpe o ancora peggio, perché più seguita dai giovani, la trasmissione “Amici”. Qust’ultima non vi sembra uno sfregio alla buona educazione? Non vi sembra l’esaltazione del malcostume? Per tornare ad agrodolce. Certo non c’è da fare i salti di gioia per i racconti che ci propone questo cosiddetto “Romanzo popolare”. Credo su questi racconti andrebbe aperto un dibattito culturale, una riflessione seria sui contenuti magari criticandoli e proponendo seri eventuali correttivi, dando il senso del pensiero dei giovani siciliani che tutti i giorni vivono la provincia. Mi rendo conto però che ormai siamo diventati tutti figli di falsi reality che fotografano ipocrite situazioni di convenienza. Sarebbe stato più interessante guardare e giudicare quello che gli autori fanno fare alla famiglia Serio (e di famiglie Serio magari vicino casa nostra c’è ne sono tante). Sarebbe interessante esprimersi sul dramma di del poliziotto Martorana che vive nel ricordo di una moglie. Sapere cosa ne pensano i ragazzi sulla famiglia Cutò che mette a confronto due fratelli un ex detenuto e un insegnante. Ancora sulla famiglia andazzo con un quasi preside fessacchiotto e una sorella dispotica e fifona che si confronta con un probabile cancro. O sulla famiglia Granata con un Padre retrogrado che non si può definire che”poviru e superbu” con il dramma di mettere il pane sulla tavola, dove una figlia che priva d’illusioni, vorrebbe contribuire a migliorare la qualità della vita sua, del padre, della madre e dello zio “scimunitu” che sensibile al bisogno soffre per tutti. E della famiglia Altavilla con un patrimoni di nobiltà e un bisogno economico mostruoso avendo dissipato tutta la ricchezza. Per non parlare degli intrecci che risono tra il signor Serio (industriale “pirocchiu arrinisciutu”) che intreccia una storia di corna con la giovane moglie del Principe Altavilla e il su conseguente suicidio e tant’altro.
Ma ancora sarebbe interessante capire cosa ne pensano i giovani di queste nuove opportunità di lavoro che vengono offerte, tanti che potranno tornare a lavorare in Sicilia e nel frattempo creeremo delle professionalità che potranno essere utili ad altre produzioni cinematografiche che verranno a girare in Sicilia.
Mi dispiace che già c’è un “Pasquino” perché è uno pseudonimo che uso spesso. Ma se Pasquino è un omaggio alla romanità sono contento e voglio sperare che sia Pure un omaggio a Gigi Magni che lo Ha reso famoso coni film “Nell’anno del Signore”. Ma forse sono un illuso a pensare che ci sia una cultura filmica.
Per ripiego mi firmerò con un altro pseudonimo
Marforio
Come vuole la tradizione deve sussistere un “botta e risposta” tra Pasquino e Marforio; anzi direi più un dialogo solidale non contro chi è nemico della libertà di un tempo; ma contro il relativismo culturale, gli stereotipi e tutto ciò che mina l’espansione della stessa cultura…
Marforio,c aro, il mio era un omaggio alla romanità (“ah roma mia come te sei ridotta che pe fatti veder dun imbianchino tanno riempito tutta de travertino” 1938) e poi era un omaggio a chi ha reso famoso Pasquino… Il grande MAgni; ma se mi permetti vorrei ricordare chi in quel film (“nell’anno del Signore” se non sbaglio la’nno era il 1969?!) interpretava Pasquino; il grandissimo Nino Manfredi (cornacchia)… Queste voci di libertà o del popolo come li chimano a Roma siano per noi stelle comete… Ciao
P.S
Francuzzo, caro, era un pura e semplice ironia Visto che a Misilmeri tutti sanno tutto di tutti…
Ti Consiglio, però, se non l’hai ancora fatto di Leggere il capolavoro di Giuseppe Tomasi di Lampedusa; poichè vi è tanto di attuale benchè sia stato scritto più di mezzo secolo fa; e sia ambientato nella Scilia Risorgimentale…
Scusa se cotanta ironia non è stata capita dalla Signoria Vostra… sa ma noi del “vulgus” non sappiamo bene esprimerci nella vostra lingua italiana e se non si capisce dobbiamo come in una grande scena di “nel nome del Signore” aggiungere qualche esplicitazione…
ciao…
…be ragazzi andateci piano ,la cultura è sempre cultura ed io sono un perfetto ” in gnorante ” ironia o non ironia ,io ” chiossai ri ru fila ri luci un mi mancio”
e poi io non gurdo mai ” le ficstion televisive” ne tanto meno reality .la vita di tutti i giorni già basta ed avanza e la mia è un libro aperto .
vi saluto genialoidi ci risentiamo dopo ….!
Giuseppe carbone ma che sei un copione?
@ Marforio: se tu avessi letto bene il mio intervento, avresti capito che riporto il pensiero di un personaggio (appunto espresso su un quotidiano a tiratura nazionale) e su Agrodolce mi astengo da dare un commento approfondito visto che, come ho candidamente ammesso, ne ho visto appena una puntata.
Diversa è la questione sul “Commissario Montalbano” dove non ho perso una puntata e il mio punto di vista è personale e certamente documentato.
I due argomenti sono collegati nel mio intervento perchè sono forse l’espressione più recente di film (o serie che siano) ambientate in Sicilia.
Per il resto una riflessione sulla moderna filmografia e sulla società, pur essendo un tema affascinante, non rientra nel nucleo del mio intervento.
A fare aria fritta e polemica sterile forse non sono io…
Esatto, e poi non si parla di un articolo del filmaker ma di una sua opinione richiesta (o raccolta) dal giornalista…sempre a polemicare…