Cambiano i tempi, cambiano le parole, cambiano anche le cose e le forme …un tempo o furno (ma quale panificio!!) si sentiva dire…”mi rasse na vastedduzza ri menzu chilu” o anche il mitico ntorcigliato (di pane fino!). Il segno dei tempi che cambiano lo si coglie anche in queste cose: un tempo i formati del pane erano “più consistenti” e le forme meno ricercate, mentre oggi, per attirare il clienti, i panificatori hanno sperimentato nuove forme, hanno lavorato di fantasia per diversificare l’offerta (pane di diversi tipi offerto a diversi prezzi) e soprattutto hanno ridotto il formato per le note (e forse tristi) esigenze dietologiche di cui la società moderna non può più fare a meno…sovente si entra in un panificio e si sente “4 bocconcini….2 paninini (ho sentito pure questa)”.
Che dire…si è persa la bellezza di certe espressioni legate al mondo del pane…ora nessuno si sognerebbe di entrare in un panificio a chiedere un formato che sicuramente desterebbe un occhiataccia dei presenti. Anche i panifici sono cambiati, la loro offerta è molto più vasta e comprende prodotti che prima erano esclusiva delle rosticcerie o dei bar…piccolo segno della globalizzazione, formato locale.
I vecchi panifici, le botteghe a gestione familiare…è finito un intero mondo di suoni, odori, sapori e consuetudini!
Che ricordi!
Da piccolo la domenica a pranzo si aspettava il rientro del papà che portava “u pani ru mizzagnu” oppure quelle volte che si andava dalle parti di baucina o lì vicino a mangiare “u Cudduriuni” una sorta di pizza condiita con caciocavallo e acciughe!
E poi il pane, come dicevi tu, si chiedeva per peso: un rimacinato r’un quartu, nà vastedda ri menzu chilu, i parigini…
Altri tempi ed altri ricordi da portarsi dentro!
Proprio nei giorni scorsi parlavano con un’amica di questo, del fatto che il pane al nord è immangiabile e che ci manca parecchio quello del sud, soprattutto per preparare qualche pietanza.
Qui il post:
http://essenzaindivisibile.wordpress.com/2008/09/18/comfort-food-le-polpette-al-sugo/
Buona serata e a presto!
Io ricordo quando mia madre mi faceva comprare la cosiddetta “mafarda” e a casa la facevo condire con le panelle (rigorosamente fatte in casa) oppure con il pomodoro. Tra le tante specialità di pane chi non ha mai “cunzato” una scacciata con l’olio caldo appena uscito dal frantoio!! A dir poco fantastico…. E pi chistu m’arridducivi 100 chila!!!
Fino a 50-60 anni fa il pane veniva fatto in casa e solo una volta a settimana. Adesso tutti (u primo io) pretendiamo il pane fresco. Mi racconta mio padre che mia nonna impastava il pane e andava ad infornarlo al forno. Erano 8 in famiglia e quindi ne doveva fare parecchio. Ogni pagnotta pesava più di un chilo e si manteneva molto più soffice del pane di oggi. Spesso era l’unico alimento possibile per le famiglie povere. Durante la guerra ai bambini si dava un pezzo di pane e un pezzo di mollica e gli si diceva: “te ne cca u pane e te ne cca u cacio. Mancia!” E dovevano ringraziare u signuruzzu che per quel giorno potevano mettere qualcosa sotto i denti.
Un’alltro pane buonissimo che mangiamo a Palermo nel periodo dei morti è A Muffulietta.
Una pagnotta bassa e larga che condamo con l’acciuga e l’olio oppure con la ricotta.
Abbiamo tantissime varietà di pane che non possiamo veramente farne a meno!
Eh si…il pane fatto in casa…tutta un altra storia, sopravvive ancora oggi u pane ri paise (lo vendono a Palermo per strada ma ti fregano incredibilmente sul peso) di Monreale o quello, a mio giudizio, insuperabile di Marineo.
…Mamma miaaaa!!! che gioventù!!! mi sembra un blog di giovani depressi…siate giovani mica avete 99 anniiiii
Bel blog. Caro Hackel bisogna apprezzare le nostre tradizioni e rivalutarle.
Complimenti per il sito, è molto curato e ben fatto. Ringrazio il mio amico Giuseppe Carbone per avermelo segnalato. Quando noi ragazzi facciamo lavorare i nostri cervelli realizziamo quasi sempre belle cose. Complimenti anche per l’articolo è fatto bene e cattura l’attenzione. Siete molto originali e date un senso alle cose.
Giacomo Filippone
verissimo il pane di marineo comanda 🙂
Il pane di marineo e veramente buono. ma ancora più buono è quello di piana degli albanesi. lo avete mai assaggiato?
si ma u pane ri marineo u distrugge!
Se vivete a Milano o in provincia e avete voglia di mangiare un panino con le panelle ,sappiate che le fanno in un negozio di gastronomia a San Donato Milanese e nei pressi della stazione centrale. per fortuna io ho i miei genitori che a furia di provarci le fanno come i veri panellari. Però mangiarle sul posto è tutta un altra cosa. In questi ultimi anni ,vado a misilmeri nel periodo estivo x 3 -4 giorni al massimo e ne approfitto x mangiare tutto quello che di buono c’è!
C’è qualcuno che conosce la ricetta x fare le cudduredde?Se è sì, sarebbe così gentile da scriverla? grazie.
Ciao Piera, vedo che sei già all’attacco di prima mattina con le ricette; datti da fare, sono sicuro che ti riescono benissimo.
Io mi propongo come assaggiatore ufficiale di cuddureddi, pane e panelle, etc; il tempo che impasti e friggi io arrivo.
Buona giornata. G
Ciao Giannuzzo! spero propio di riuscirci ,sono troppo buone. Spero che arrivi la ricetta originale. Tra una faccenda di casa e l’altra cerco di trovare il tempo x conversare un pò. Pensa che ho più tempo in negozio che a casa. Buona giornata anche a te.
Mia mamma è riuscita atrovare la ricetta delle cudduredde. Spettacolo! ho appena finito di mangiarle….
Piera per favore me la passi??
Grazieee
sento ancora u ciauru del mitico vastirruni il pane piu buono al mondo
Si avvicina il Natale e mi piacerebbe far rivivere ai miei figli i miei ricordi d’infanzia. Mi piacerebbe tanto trovare la ricetta delle “cudduredde”, ricordo ancora il loro profumo, ma ero troppo piccola per ricordare la ricetta.
Qualcuno mi può aiutare?
Grazie 🙂
Cara Letizia abbiamo un amico che lavora in una pasticceria a 5 stelle. Ti acconteremo e pubblicheremo la ricetta.
ma i cudduredda si fanno pi carnevale !
Tutti parlano di cudduredde ma nessuno comunica la ricetta! Mia madre le faceva ma non ricordo la composizione. Ricordo che formava un impasto cuocendo della farina con acqua Poi versava su una spianatoia e lavorava con le mani formando un “bastone” che poi tagliava per formare delle X con la parte superiore chiusa che friggeva e passava subito nello zucchero. Erano ottime!!
Se qualcuno mi può comunicare la ricetta……….guadagnerà……..la mia eterna riconoscenza!!!
Ma la ricetta che noi possiamo darti è quella che si usa seguire qui a MIsilmeri. Per altro la forma qui è quella di una o . come i calamari tagliati fritti. Se vuoi te la comunico. e ti comunico la tecnica .