Dopo un pò di tempo torno a postare un nuovo articolo qui da Ancilino!
Il titolo del post si riferisce ad una frase che mi ripeteva sempre la buonanima di mio zio Totò quando giocavamo a briscola nelle calde ed afose giornate estive delle campagne di Palermo, e lui impassibile vinceva sempre ed io non capivo mai perchè! Era il classico bracciante agricolo che la mattina si alzava alle 4, usciva in direzione della sua campagna e ritornava verso mezzogiorno nella speranza che sua moglie gli avesse fatto trovare qualcosa da mangiare. Ovviamente il pranzo non gli bastava mai e puntualmente lui si alzava, prendeva una cipolla intera, e se la mangiava a pezzi insieme a del pane. Oppure, si preparava una bomba di insalata fatta con cipolle rosse, pomodoro fresco e tonno… Rigorosamente tutto del suo orto! (Non il tonno ovviamente!).
Adesso vi chiederete il perchè di un racconto privato del mio passato adolescenziale, però dovevo pur in qualche modo giustificare l’inserimento di questa foto:L’ho scattata questa estate durante le mie vacanze a casa. E’ stata proprio questa foto a darmi lo spunto a scrivere questo post, oltre al suggerimento di Ancilino di aprire una rubrica nel blog che parli di cibo, magari associando un piatto a qualche aneddoto o situazione particolare che ne abbia reso speciale il ricordo. L’articolo su quella foto lo potete trovare anche nel mio blog. Anche lì avevo citato il ricordo dell’insalata di cipolle rosse, pomodoro e tonno, la classica variante “Zù Totò”.
E voi, avete qualche ricordo speciale legato ad una pietanza, qualcosa che avete mangiato, una situazione o un evento particolare che vi piacerebbe raccontare?
Eh si caro Alberto, l’insalata da te descritta è un piatto molto apprezzato dalle nostre parti, volendo anche un piatto veloce da preparare…io ricordo però che molto spesso al posto del tonno si mettono le c.d. “sarde salate” che poi sarebbero alici, o comunque ognuno fa delle gustose varianti secondo il gusto personale (olive, patate ecc..). Peccato che a me non piace la cipolla 😦
Ciao Alberto, grazie per il tuo articolo, penso che in questo blog, dove vogliamo tenere vive le nostre tradizioni, è essenziale il tuo intervento!
Io mi ricordo che mio padre mi diceva che quando lui era piccolo e lavorava in campagna l’insalata di pomodoro la facevano nella “pala di fichidindia”! Io inizialmente non ci credevo. Un giorno sono andato ad aiutarlo in campagna, ad ora di pranzo,ci siamo resi conto di aver dimenticato i piatti. Allora mio padre prese alcune “pale” le lavò per bene ed ecco il servizio di piatti! C’era ancora un problema. oltre ai piatti avevamo dimenticato le forchette. Allora prese delle canne le lavorò con il coltello, le lavò ed in un batter d’occhio ecco le forchette. Capitò altre volte di mangiare nella “pala di fichidindia” ed ogni volta era una bellissima esperienza.
Caro josa tuo padre a mia m’insignò a bere nna scorcia ri mandarino, non potete capire quanto buono era diventato il vino all’interno di quel “bicchiere” un sapore degno dei migliori somelier
Ahh dimenticavo. Il pomodoro era rigorosamente raccolto dalle piante del nostro orto, così come le cipolle. A volte mettevamo le olive , anche questa di produzione propria, e chiaramente l’olio prodotto dal nostro uliveto. Era “solo” un insalata con pomodoro e cipolla ma la soddisfazione era immensa. Che bei ricordi. Li porterò sempre con me.
Grazie ragazzi che vi sia piaciuto il mio post!
Sono nato negli anni ’70, e credo di aver vissuto in un periodo dove ho potuto osservare e ricordare le ultime tradizioni contadine prima dell’avvento del nuovo millennio, che con il progresso ha portato via tante cose.
Le campagne sono sparite, come l’orto e la vita di tante persone che mi hanno cresciuto e che mi hanno regalato questi momenti, che porterò sempre con me e che con vero piacere condividerò qui da Ancilino.
A presto,
Alberto.
Io ci metterei pure 4 alive scacciate o meglio ancora dei passuluna!!!
Pure una bella scatoletta di Simmental ci sta bene anche se si perderebbe la genuinità del piatto.
Mi ricordo che mia madre nelle serate calde e afose estive fa delle creazioni di insalata a dir poco varopinte. Oltre agli ingredienti già citati arricchisce il tutto a volte con mais (u frummintune), altre volte con il “cucummaro” oppure u “citrolo”, lattuga, carciofini, ecc.
a mia mi piace u tunnu!!!!
La mia preferita è: pumaroro nzalataro (c’è chi preferisce fare quello più maturo..mah..) patate vugghiute, tunno, alivi nivure, riano e ogghiu!
e viri chi mance!!!
Io penso che il cervello non dipende dalla dimensione della testa!
fantastico! anch’io ho provato la fantastica esperienza di mangiare dentro una pala di fichi d’india. sono andata in campagna con mio nonno a cavaddo di un mulo. l’olio e il sale erano nascosti in un angolino di una piccola capanna. poi abbiamo mangiato le mennole direttamente dalla pianta.
Ma a Misilmeri quando si va in campagna, si mangiano ancora i taghiarini freschi con la salsa ,no scanature?secondo me c’è più gusto così che nel piatto.
Certo Piera, certe tradizioni non vanno abbandonate! Visto che hai mangiato nna pala ri ficurigna spero per te che per forchetta tu abbia usato a cannuzza e como bicchiere a scorcia ri manderino!
La cannuzza come forchetta si, con la scorcia di mandarino no. forse perchè i mandarini non ci sono in Agosto giusto?
Giusto!
Cari ragazzi, pur non essendo uno specialista di cul in aria anch’io voglio rilasciarvi due piccole ricette particolarissime.
La prima: prendete un tozzo di pane allungato, toglietegli una buona parte di mollica e riempite il vuoto lasciato con del latte di capra munto all’istante……….e buon appetito!
La seconda: mettete dei pezzetti di pane spezzato in una tazza, versategli sopra del latte di capra appena uscito dal frigo, quindi aggiungetegli lo zucchero e mescolate, lo zucchero resterà parzialmente cristallizzato………..una delizia!
e che ne dite di una bella insalata d’ arance? olio sale e pepe. adoro farci la scarpetta. pensate che qualche anno fa qui al “nord”” era una cosa inconcepibile.
E chi di voi ha mai mangiato “u pani cotto” specialita molto semplice (non so se si può chiamare il mangiare dei poveri) vecchissima e sicuramante in disuso, che mia madre ci preparava ogni tanto.
In pratica era pane a pezzi in umido con pomodoro, sale, spezie, e forse un pò di cipolla; io me ne ricordo a mala pena.
si mangiato. parecchi anni fa. però ogni tanto mi tiro via lo sfizio di mangiare semplicemente pane olio sale e pepe. e con su una grattatina di cacio.
Piera, mi sembra strano que tu abbia mangiato “u pani cotto”, visto che tu devi essere abbastanza giovane.
Guarda che questa ricetta viene preparata in un tegame e cotta sul fuoco………forse non parliamo della stessa cosa!!!
allora hai ragione. non è la stessa cosa. comunque non sono così giovane , ho 45 anni.
Piera, io ho 53 anni, e come dice quello scemo di FRANCUZZO sono vecchio, perciò conosco parecchie cose più di te e di tanti, anche se vivo a Losanna da 31 anni.
Per esempio: i nucatuli, a cuccia, a rianata, a scacciata, i panelli, i cruzziteddi, u sfinciuni, i cuddureddi, i cucciddata.
Addirittura mi ricordo du zu Binirettu che vendeva per strada solo il caffé ed anche del primo gelataio u zu Taninu, che passava per strada con un solo “pozzetto” immerso in grossi pezzi di ghiaccio e trasportato a mano da due persone, costo di un gelato 5 lire.
Chiedi ai tuoi genitori, loro se ne ricorderanno meglio di me.
Picciotti mi sto dirvertendo tantissimo a leggere i vostri commenti! Comunque anche io ho mangiato nella pala di fichidindia, ho bevuto nel mandarino, ho usato forchette di canna, ho bevuto l’acqua dal “buffuneddo” (una sorgente vicino la mia campagna), mi sono pulito ehm…ehm….con l’aghirazzo (il trifoglio) dopo aver fatto ….ehm…ehm… vabbè u capistivo, ecc. ecc.
cara Piera nell’insalata di arance io ci metto pure la cipolla scalogna e un pò d’olio extra vergine d’oliva di contrada don Vitrano e scalambra.
Giannuzzo conosco tutto quello che hai elencato,tranne u zu Binirettu e u zu Tanino. Io ho vissuto fino a 3 anni e mezzo a Misilmeri però ci sono sempre ritornata x le vacanze estive. quindi tante cose le so perchè le ho viste e vissute. e tante ovviamente dai racconti dei miei genitori e a ai tempi dai miei nonni. Josapepa sembrerà strano ma non ho mai mangiato le arance con la cipolla, prima o poi ci provo e ti dirò. IL fatto è che da quando viviamo “su” mia madre ha modificato alcune ricette Misilmeresi , pensa che ha modificato anche la polenta; ogni tanto la fa con la parmigiana. (buona però). ho mangiato le sarde a becca fico x la prima volta, 5 anni fa:buonissime..! ho ripreso mia madre perchè non me le ha mai fatte.
Quasi 40 anni fa ,c’era una signora di nome credo a za Marietta ;che vendeva dei ghiacciolini fatti in casa, dei comunissimi cubetti di ghiaccio aromatizzati con qualche goccia di sciroppo. dato le dimensioni ridotte invece dello stecchetto avevano uno stuzzicadente. e li tirava fuori da un comunissimo friggirè. costavano 5 lire cadauno. era una comunissima casa nei pressi di via Mordini. ora che ci penso mi stupisco ancora ma non dovrei perchè in casa si vendevano anche i pomodori ,come anche il vino o l’olio. per favore ditemi che anche voi o qualcuno che conoscete ha mangiato questo famoso e buonissimo ghiacciolino casalingo.
Piera, come siamo golosi!!!
Visto che noi due siamo spesso sul sito, posso chiederti se adesso lavori o sei in cassa integrazione come me?
lavoro in un negozio ,il lunedi siamo chiusi. mi dispiace x la tua cassa integrazione.
Oh non ti preoccupare, ancora per almeno 16 mesi mi debbono pagare all’ 80%, poi se veramente non dovessi trovare nulla………..vado a lavorare all’estero (bella questa!)
A proposito, conosci per caso a Milano Concetta e Agostino?
Naturalmente originari di Misilmeri.
no mi spiace Giannuzzo. comunque io abito in provincia di Milano. Conosco solo 3 fam. originarie di misilmeri. che vivono a pochi km da me.
Si, probabilmente lo e