Sono davvero tante le cose da raccontare su come passavano le estati i picciutteddi di Misilmeresi di bona famiglia..
La storia era sempre la stessa, si ripeteva per tutti allo stesso modo come una specie di clone sociale. La scuola finiva nel mese di giugno, come d’altronde succede ancor oggi, ma già dagli ultimi giorni di maggio si iniziava a latitare le classi. La scusa era sempre la stessa: troppo caldo per poter passare 5 lunghe ore dentro una classe assolata e piena di tipi che puzzavano come una mannara di pecoroni; allora ecco che le mete “turistico scolastiche da jettatina ” iniziavano a popolarsi di tanti scalmanati in cerca di divertimento da cazzeggio, queste erano sempre le solite e si distinguevano le une dalle altre a seconda delle finalità per cui ci si andava. Vi spiego meglio: il giardino Inglese se volevi andare a schiniare cu u gnizzu(fidanzata), Mondello se volevi andar a far un bagno prematuro -in sola tenuta mutandesca- anche perché se ti arricampavi a casa con il costume e sporco di sale nasceva nei tuoi il legittimo sospetto che te la eri jettato, e già bastava solo questo per essere in un avviso di garanzia che poteva evolversi in due modi: se eri fortunato in arresti domiciliari, e questo significava non poter uscire di casa per mezza estate; se non eri fortunato, ti aspettava una condanna esemplare, cioè pista ri lignati con conseguente sequestro dei tuoi beni mobili (solo questo possedevi), cioè del motorino. N.B. spesso l’avviso di garanzia già di per se includeva un paio di timpulate tanto per il solo sospetto procurato.
Altra meta del turismo da jettatina era un posto alquanto strano e ci andavi solo se eri in cerca di forti emozioni, le stesse che cerchi quando vai a vedere un film horror: le catacombe dei frati Cappuccini. Spesso ci si andava in compagnia femminile e lo si faceva per dimostrare alle ragazze quanto si era di bella (cioè coraggiosi) e che non avevi paura di vedere quelle salme oramai risecchite dal tempo, anche se conosco dei casi in cui andava a finire che erano le ragazze ad essere le più coraggiose e alle quali spesso toccava l’ingrato compito di mettere la mano sulla spalla dei ragazzi in segno di conforto.
Non appena ufficialmente la scuola finiva, iniziava il peggio, ricordandovi che regolarmente ero rimandato allora penserete che iniziavo a studiare per gli esami da sostenere a settembre …macché il cavolo..!
Vi invito a riflettere alla seguente: la scuola finiva verso il 15 giugno giorno più, giorno meno……..le lezioni di riparazione iniziavano verso metà luglio quindi … …
Si ecco se sapete contare, noterete che esiste uno jatus temporale di circa un mese … e penserete … .
Si rimaneva a casa per poter così cazzeggiare tutto il giorno in motorino che andava strettamente ed esclusivamente a benzina agricola rubata dal motozappa di papà con la sucalora … .
Pensiero totalmente sbagliato non tanto sul fatto che i motorini andavano sempre ed esclusivamente a benzina agricola ma sul fatto che rimanevi un mese a casa… .
Il primo pensiero che nasceva nelle care ed amorevoli mamme degli anni 80 era ma cu chistu un misi rintra cu ciavi a cummattere? E poi, magari si insigna pure qualche mestiere, non si sa mai: sai com’e’ insignati l’arte e mettila ri parte; ma parliamoci chiaro, non era altro che una scusa, per giustificarsi con la propria coscienza su quello che stavano commettendo; oggi si chiamerebbe sfruttamento minorile
L’ingrato compito di procurarti qualche lavoretto estivo in qualche bottega o artigiano del paese spettava ai papà, e se non si spicciavano ad accaparrarsi il tanto agognato posto di lavoro per il proprio figlio si rischiava di tenerselo a casa per tutta l’estate, nonché di sentirselo rinfacciare dalla propria congiunta giornalmente, tra le due non so ancora cosa era peggio.Poveri papà!
Se disgraziatamente non riuscivano nell’opera, non rimaneva altro da fare che portarsi il proprio figlio come assistente personale per tutta l’estate, della serie basta ca si leva ri rintra.
Emiro 70
e quannu ti nnia a mare e vinia abbronzato e chino ri sabbia?
io pure maurizio
Bell’articolo. Bravo emiro 70
Bello. Mi sono divertito a leggere questo scritto.
ciao Finco se ti sei divertito e ti piace questo blog perchè non cominci a scrivere pure tu? Invito tutti coloro che sono interessati ad inviare ad ancilino le loro storie o aneddoti all’indirizzo e-mail osservatore.romano@libero.it
io mi ricordo qualche mamma che passava l’estate a rimproverare il figlio con parole che fanno rabbrividire es. “ti scoppiasse u ciriveddo” o cose del genere…e alcune che benedivano la riapertura delle scuole…
Una volta non potei tornare a casa perchè avevo perso le scarpe a Scopello.
..quella delle catacombe mi mancava proprio!!!:-D
Ora i picciutteddi hanno “A Dragon”
Emiro, voglio la parte terza…!!!!
io una volta sono tornata da mondello cosi rossa di sole che ho dovuto mettere il correttore in tutto il viso e anche nel collo
Cara gippy la prossima volta portati la protezione!!! Ti consiglio il mio: olio jonson 😛 (ma unni va a H?)